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Influenza A, accuse all'Oms: spreco di denaro e conflitto d'interessi

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L'Italia ha speso 95,5 milioni di euro per 12 milioni dosi di vaccino. Fazio: agito su indicazioni precise

Paolo Franzoso
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95 milioni e mezzo di euro: a tanto ammonta sui bilanci del governo la spesa per acquistare 12 milioni di dosi di vaccino contro l'influenza A (H1N1). Secondo gli esperti dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, il virus doveva causare una pandemia dagli effetti devastanti comparabili a quelli dell'influenza spagnola, un'epidemia da 50 milioni di morti fra il 1918 e '19. Allarmismi eccessivi costati cari. Alle casse pubbliche ogni dose è costata circa 7,70 euro. Solo un milione i venduti a seguito delle successive rassicurazioni sulla virulenza dell'influenza. 8 milioni di dosi distribuiti alle regioni sono stati ritirati dalle autorità sanitarie nazionali, mentre 2,4 milioni erano state consegnate all'Oms. In circolazione ne restano circa un milione, che comunque scadranno nel giro di un anno. Fabrizio Oleari, direttore generale prevenzione e sanità del ministero della Salute, ha diramato i dati in occasione del Consiglio europeo degli Affari sociali, a Lussemburgo. Presi in giro? - Gestione poco trasparente, enorme spreco di denaro pubblico, allarme ingiustificato, rischi derivanti dall'utilizzo di vaccini non testati a sufficienza. Sono le principali accuse contenute nel Rapporto Flynn che la commissione Affari sociali, Sanità e Famiglia dell'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa (Apce) dovrebbe adottare domani alla riunione in programma presso l'Ufficio del Consiglio d'Europa a Parigi. La denuncia del British Medical Journal – Firmato  dal direttore, Fiona Godlee, ed esperti del Bureau of Investigative Journalism britannico, un articolo sul British Medical Journal getta ombre sugli scienziati-consulenti che nel 2004 redissero le linee guida dell'Organizzazione mondiale per la Sanità. Il giornale rivela che gli esperti che suggerirono l'acquisto di consistenti dosi di vaccino erano stati pagati precedentemente, per altri lavori, dalle aziende farmaceutiche che poi hanno tratto grossi profitti dalla commercializzazione del vaccino contro l'influenza A. “La prossima settimana per la precisione l'11 giugno – è il j'accuse del British Medical Journal – sarà trascorso un anno preciso Il mondo deve certamente essere riconoscente del fatto che questa ondata sia stata così blanda e che siano morte così poche persone. Sembra quasi un gesto ingrato quello di analizzare i costidalla dichiarazione di fase pandemica, la numero 6, da parte dell'Oms. Il mondo deve certamente essere riconoscente del fatto che questa ondata sia stata così blanda e che siano morte così poche persone. Sembra quasi un gesto ingrato quello di analizzare i costi. Ma i costi vanno esaminati, perché sono stati enormi. Alcuni Paesi, come la Polonia, si sono rifiutati di acquistare vaccini e antivirali in grandi quantità quando l'Oms dichiarò lo stato di emergenza. Ma altri, come la Francia e la Gran Bretagna, si ritrovano oggi con ingenti scorte non utilizzate di questi prodotti e con contratti da rivedere con le aziende farmaceutiche. Intanto, le industrie hanno tirato le loro somme e ottenuto grandi profitti: circa  dieci miliardi di dollari solo per i vaccini, secondo Jp Morgan. Data l'enormità dei costi pubblici e dei profitti privati originati dalla pandemia, sembra a questo punto importante assicurarsi che le decisioni dell'Oms non siano state guidate da interessi commerciali". Parla il ministro – Dall'Istituto europeo di oncologia (Ieo) Ferruccio Fazio, titolare del dicastero della Sanità, para le critiche: “L'Italia non può essere criticata per avere fatto troppo. Ci siamo accorti successivamente che una copertura totale, come quella suggerita, era eccessiva”.  Roma ha solo seguito le “indicazioni molto precise dall'Organizzazione mondiale della Sanità”.

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