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Ddl imprese all'esame dei ministri

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Verso la modifica degli articoli 41 e 118 della Costituzione. Tremonti: "Un lavoro serio" . Draghi: "Troppe regole sono ostacolo". Il Pd: "Non serve scomodare la Carta"

Eleonora Crisafulli
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Il disegno di legge ordinaria sulla libertà di impresa e il disegno di legge costituzionale che modifica gli articoli 41 e 118 della Carta approdano in Consiglio dei ministri. Il titolare dell'Economia, Giulio Tremonti, preannuncia "un lavoro molto serio". Il ddl ordinario punta a far sì che Stato, Regioni, città metropolitane, Province e Comuni adeguino le proprie normative, "in materia urbanistica", limitando "allo stretto necessario per salvaguardare altri valori costituzionali" le "restrizioni del diritto di iniziativa economica". Inoltre "ciascuno per quanto di propria competenza", entro tre mesi dall'entrata in vigore, dovrà rendere pubblico l'elenco dei casi che "rientrano" nel campo di applicazione del nuovo comma che sarà aggiunto all'articolo 118. Articolo 41 - Il ddl costituzionale aggiunge due nuovi commi all'articolo sull'iniziativa economica privata: il primo promuove il principio della "responsabilità personale in materia di attività economica non finanziaria", mentre il secondo prevede che gli "interventi regolatori dello Stato, delle Regioni e degli enti locali che riguardano le attività economiche e sociali si informano al controllo ex post". Articolo 118 - Per quanto riguarda l'articolo 118, secondo un nuovo comma "Stato, Regioni ed enti locali riconoscono l'istituto della segnalazione di inizio di attività economica e quello della autocertificazione, lo estendono necessariamente a tutte le ipotesi in cui ragionevolmente applicabile, con esclusione degli ambiti normativi ove le leggi penali prevedono fattispecie di delitto o che derivano direttamente dalla attuazione delle normative comunitarie e internazionali". Sulle imprese interviene oggi anche il governatore della Banca d'Italia, Mario Draghi, secondo cui "una regolamentazione eccessiva o di cattiva qualità per le imprese costituisce un fattore di ostacolo alla concorrenza e alla crescita economica". Sulla redditività delle imprese pesa anche "un carico fiscale elevato nel confronto internazionale". Contro le modifiche costituzionali a favore della libertà di impresa, insorge il Pd.  Il segretario Pierluigi Bersani boccia la proposta del governo perché "non serve scomodare la Costituzione. È tutta propaganda, è una cosa incredibile che il Paese sia costretto a correre dietro a bolle di sapone di questo genere". Per il leader dell'opposizione "è possibile fare una norma per autocertificare senza scomodare la Costituzione. Se si toglie il limite previsto dalla Carta all'equilibrio sociale e ambientale che deve avere la libertà d'impresa si va verso un film sconosciuto al mondo". Replica il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Paolo Bonaiuti: "Bersani parla, parla, parla. Ma Berlusconi ha introdotto la flessibilità del lavoro e ora una nuova libertà per tutte le imprese. Ancora fatti contro chiacchiere".

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