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Pomigliano al voto.Alle ore 18, quasi 4300 voti su 4881 aventi diritto

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Urne aperte fino alle 21. I risultati dopo la chiusura. La maggioranza auspica la vittoria

bonfanti ilaria
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Ultimi dati sull' affluenza al referendum-  Secondo i dati raccolti alle ore 14.00, al termine del primo turno di lavoro nello stabilimento di Pomigliano, hanno votato 2.569 lavoratori. Si registra un assenteismo pari al 2,5%.  La percentuale degli operai che si è recata alle urne risulta dunque pari al 95-96%, comprese anche le tute blu del complesso di Nola.  A confermarlo anche la UGL, secondo cui "Sono 4.281 i lavoratori Fiat dello stabilimento di Pomigliano d'Arco che hanno votato fino alle ore 18 circa, su un totale di 4.881 aventi diritto al voto". "Questa alta affluenza è un segnale importante - prosegue la nota del sindacato -. Ci auguriamo che i lavoratori confermino la nostra scelta, ovvero dire di sì alla produzione della nuova Panda". Affluenza in mattinata- Dalle ore 8.00 alle ore 10.00, invece, si era presentato alle urne il 90% dei lavoratori dei reparti di lastratura, verniciatura, stampaggio ed ex Magneti Marelli.  Alle ore 11.30 erano in 1800 alle urne. Presente il segretario generale della Uilm Campania, Giovanni Sgambati, che riferiva che le votazioni si stavano svolgendo in un clima di tranquillità e rispetto generale. Al via le votazioni- Urne aperte oggi, dalle 8.00, allo stabilimento Fiat di Pomigliano d'Arco dove sono 5.133  i lavoratori chiamati al voto. Oggi tocca a loro decidere se dire sì all'intesa firmata con la Fiat, lo scorso 15 giugno da tutte le sigle sindacali, tranne la Fiom, o se dire no. Una scelta, quella espressa dai lavoratori, che potrebbe essere decisiva per il destino dello stabilimento e dei 700 milioni di investimenti per portare la produzione della Panda dalla Polonia a Pomigliano e, dunque, per il futuro lavorativo degli oltre 5mila Fiat e dei 15mila impiegati nell'indotto. Le votazioni dureranno fino alle 21. A seguire lo spoglio. E niente cassa integrazione in maniera tale che tutti gli operai potranno dire la loro. Il quesito, al quale i lavoratori dovranno rispondere con una croce sul Sì o sul No, è il seguente : «Sei favorevole all'ipotesi d'accordo del 15 giugno 2010 sul progetto Futura Pandà a Pomigliano?». Dieci urne sono dentro la fabbrica mentre un'altra è collocata nello stabilimento di Nola. Clima infuocato alla vigilia del referendum  - Il clima era incandescente alla vigilia del referendum, con la Fiat che non arretra, sostenuta dal sì di Fim, Uilm, Fismic e Ugl. Sullo schieramento opposto tiene duro la Fiom con il no incondizionato all'accordo. L'auspicio, condiviso dalla maggioranza, rimane quello della vittoria del sì, oltre  alla gestibilità dell'accordo stesso, clausola essenziale senza la quale gli investimenti resterebbero a rischio. Emma Marcegaglia ha fatto appello ieri al senso di responsabilità dei lavoratori chiedendo alla Fiom se tutelare i finti malati significa tutelare davevro i lavoratori. Ha inoltre ricordato che la posta in gioco è alta. Si parla infatti di ben 700milioni di investimento e un'azienda intera che sposta la produzione dall'estero all'Italia. Si tratta, quindi, secondo la Marcegaglia di decidere se si vuole uno stabilimento competitivo che darà futuro a 5mila lavoratori e altri 10mila nell'indotto oppure no. Termini Imerese, ieri-  Ma alla vigilia del referendum sull'accordo si è aperto un altro fronte per la Fiat a Termini Imerese. Ieri infatti gli operai dello stabilimento siciliano, destinato alla chiusura nel futuro 2012, hanno scioperato per un'ora intera a causa delle parole pronunciate da Marchionne il lunedì precedente, accusando i lavoratori di assenteismo solo per potere vedere liberamente la partita Italia-Paraguay. Non si è fatta attendere la risposta del Vicesegratario della Cgil, Susanna Camusso, che si è detta indignata e contrariata dalle false accuse di Marchionne. «Gli operai di Termini hanno scioperato rispetto alla loro attuale condizione e alla prospettiva futura dello stabilimento. Condizioni che non c'entravano nulla con la partita e, se le due cose avessero coinciso, non si possono confondere le ragioni di uno stabilimento il cui destino sembra segnato e condannato alla chiusura. Considero la polemica un pò gratuita». Per solidarietà, sempre nella giornata di ieri, con i colleghi di Pomigliano hanno scioperato anche i lavoratori delle carrozzerie di Mirafiori.

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