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Il Vaticano scarica Sepe: "Propaganda Fide ha commesso errori"

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È quanto si legge in una nota della Santa Sede in merito alla Congregazione per l'evangelizzazione dei popoli

Tatiana Necchi
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In una lunga nota, la Santa Sede ha difeso oggi la «buona fama» del Dicastero per l'evangelizzazione dei popoli, già Propaganda Fide, pur ammettendo che esso, nell'amministrazione del proprio patrimonio immobiliare, può «essere esposto ad errori di valutazione e alle fluttuazioni del mercato internazionale». Questo per rispondere alle notizie che da tempo si continuano a diffondere sul conto della Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli, anticamente detta Propaganda Fide, un dicastero, ricorda il testo, che «ricava le sue risorse principalmente dalla colletta della Giornata Missionaria Mondiale, interamente distribuita tramite le Pontificie Opere Missionarie nazionali, e, in secondo luogo, dai redditi del proprio patrimonio finanziario ed immobiliare». «La valorizzazione di tale patrimonio - si dice nel testo con riferimento a Propaganda fide - è naturalmente un compito impegnativo e complesso, che si deve avvalere della consulenza di persone esperte sotto diversi profili professionali e che, come tutte le operazioni finanziarie, può essere esposto anche ad errori di valutazione e alle fluttuazioni del mercato internazionale. Cionondimeno - si legge ancora nel comunicato - a testimonianza dello sforzo per una corretta gestione amministrativa e della crescente generosità dei cattolici, tale patrimonio ha continuato ad incrementarsi». Propaganda Fide è finita nell'inchiesta sulla «cricca degli appalti», in relazione alla gestione avvenuta sotto la guida del cardinale Crescenzio Sepe, dal 2001 al 2006, attualmente indagato per corruzione dai magistrati di Perugia.

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