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Papa: L'infedeltà è peggio della persecuzione per la Chiesa

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Per Benedetto XVI "il danno maggiore essa lo subisce da ciò che inquina la fede e la vita cristiana dei suoi membri"

Eleonora Crisafulli
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L'infedeltà dei suoi membri è peggio delle persecuzioni che subisce la Chiesa. Lo ha ribadito oggi Benedetto XVI nell'omelia per la messa dei Santi Pietro e Paolo, protettori di Roma e della Sede Apostolica. "Se pensiamo ai due millenni di storia della Chiesa, possiamo osservare che, come aveva preannunciato il Signore Gesù, non sono mai mancate per i cristiani le prove, che in alcuni periodi e luoghi hanno assunto il carattere di vere e proprie persecuzioni", ha detto il Papa.  "Queste però malgrado le sofferenze che provocano, non costituiscono il pericolo più grave per la Chiesa. Il danno maggiore, infatti, essa lo subisce da ciò che inquina la fede e la vita cristiana dei suoi membri e delle sue comunità, intaccando l'integrità del Corpo mistico, indebolendo la sua capacità di profezia e di testimonianza, appannando la bellezza del suo volto". Ratzinger ha citato fra le altre, anche la Seconda Lettera a Timoteo che "parla dei pericoli degli 'ultimi tempi', identificandoli con atteggiamenti negativi che appartengono al mondo e che possono contagiare la comunità cristiana: egoismo, vanità, orgoglio, attaccamento al denaro, eccetera. La conclusione dell'Apostolo - però - è rassicurante: gli uomini che operano il male non andranno molto lontano, perché la loro stoltezza sarà manifesta a tutti". Per Benedetto XVI, "vi è dunque una garanzia di libertà assicurata da Dio alla Chiesa, libertà sia dai lacci materiali che cercano di impedirne o coartarne la missione, sia dai mali spirituali e morali, che possono intaccarne l'autenticità e la credibilità".

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