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Crocefisso nelle scuole. Oggi udienza a Strasburgo

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Attesa per il verdetto sul ricorso presentato dall'Italia. Altri dieci Paesi hanno sposato la linea pro-Crocefisso

Roberto Amaglio
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E venne il giorno campale del Crocefisso. A distanza di otto mesi dalla sentenza della Corte Europea che ha stabilito che l'esposizione nelle scuole violava il diritto alla libertà di istruzione, è in corso a Strasburgo presso la Grande Chambre della Corte Europea dei diritti dell'uomo l'udienza dedicata al ricorso dello Stato italiano contro tale decisione. Compito dei  17 giudici che siederanno alla Grande Chambre quella di valutare le diverse posizioni di chi deporrà oggi in Aula: per quanto riguarda il Governo, il ricorso pro crocefisso verrà illustrato dal magistrato Nicolò Lettieri; poi interverranno gli avvocati della parte ricorrente (ossia Soile Lautsi, la cittadina italiana originaria dalla Finlandia che nel 2002 sollevò la questione) e, infine, Joseph Weiler, a nome dei governi che hanno sostenuto la posizione italiana. Oltre all'Italia, infatti, altri dieci Paesi hanno presentato ricorso contro  la prima sentenza della Corte Europea, ossia Armenia, Bulgaria, Cipro, Gracia, Lituania, Malta, San Marino, Russia Monaco e Romania. Per quanto non sia la prima volta che un ricorso venga sposato da molti Stati Europei (nel 2002 otto Stati, tra cui l'Italia, intervennero come terze parti in un ricorso contro la Gran Bretagna che concerneva l'immunità parlamentare), la particolarità del caso “Crocefisso” consiste nel fatto che, fino a oggi, non era mai successo che la Corte ricevesse e accettasse la richiesta di parlamentari europei a intervenire come terze parti. Tema sensibile, quindi, tanto da aver spinto tre dei giudici che si dovevano pronunciare a dare forfait alla vigilia dell'udienza, chiedendo l'esonero. Tale indiscrezione, tuttavia, non è stata confermata dall'ufficio stampa della Corte Europea.

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