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Obama: primo via libera alla riforma finanziaria

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Il Presidente: "È una vittoria per ogni americano". Nel frattempo la legge a tutela dei consumatori passerà in Senato dopo il 12 luglio

bonfanti ilaria
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Il Presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, incassa il via libera dalla Camera dei Rappresentanti americana alla riforma della finanza. La legge, fortemente sostenuta e desiderata dal Presidente, ha infatti ottenuto 237 voti favorevoli e 192 contrari. Il provvedimento, che passerà ora all'esame del Senato, prevede nuovi strumenti di difesa da numerosi investimenti a rischio che hanno portato alla grave crisi finanziaria, dal 2007 al 2009. Si tratta di un successo politico, dunque, per la Casa Bianca, che Obama ha così commentato: "Una vittoria per ogni americano rimasto vittima dell'avventatezza e dell'irresponsabilità che hanno provocato la perdita di milioni di posti di lavoro e di migliaia di miliardi di ricchezza". "Il voto per la riforma di Wall Street ci consente inoltre-  aggiunge il Presidente-  di offrire maggiore protezione ai consumatori e alla nostra economia, in vista anche di future crisi finanziarie". Il Senato americano non voterà prima del 12 luglio, ma la riforma della finanza è comunque vicina alla storica approvazione. Alla Camera non sono stati  riscontrati problemi "numerici",  i democratici hanno infatti ottenuto 14 voti in più rispetto al mese di  dicembre, quando il testo era passato con 223 "sì" e 202 "no". Per quanto riguarda il Senato, invece, la situazione è diversa, a seguito anche della scomparsa del democratico Robert Byrd, e dei ripensamenti dei repubblicani che, pur avendo votato con la maggioranza a maggio, hanno oggi rimesso in discussione un successo che era ormai dato per scontato. E Obama, a un passo dalla vittoria, in un periodo favorevole dovuto anche alla precedente approvazione della legge sulla sanità, ha dovuto rinunciare a ratificare la riforma prima del 4 luglio, mentre i democratici hanno dovuto applicarsi a lungo per far quadrare i conti. I repubblicani Susan Collins, Olympia Snowe e Scott Brown avevano votato nel mese di maggio, risultando con la maggioranza, ma non hanno per nulla gradito la tassa da 17,9miliardi di dollari, a carico dei grandi Istituti Finanziari, volta a coprire i costi della riforma. E la prospettiva che i colleghi potessero "voltare loro le spalle" ha convinto i democratici a eliminarla  dalla legge con un negoziato dell'ultimo minuto. Collins si è così dichiarata "incline a votare per la legge", Snowe si è pronunciata per un possibile "sì" e Brown rivedrà il testo. Il testo sulla riforma della finanza limita la possibilità delle banche di scommettere, con i propri fondi, su attività rischiose e di effettuare trading sui derivati, rivede il mercato del credito, quello delle carte di credito, istituisce inoltre una nuova agenzia per la tutela dei consumatori in seno alla "Federal Reserve", fornisce al Governo nuovi poteri per ridimensionare e chiudere società a rischio di fallimento, incarica un Comitato di monitorare i problemi del sistema finanziario e fissa, infine,  nuove regole per le grandi banche. La limitazione dei rischi è così garantita e i costo sono incrementati. Nel frattempo nel resto dell'America le cose non stanno procedendo bene. Infatti nel Golfo del Messico sono state scoperte delle "zone morte", ossia luoghi dove ci sono alte concentrazioni di metano che fuoriescono dal pozzo sottomarino della British Petroleum e che causano degli abbassamenti di livello di ossigeno. Questo porta allo spostamento degli animali verso le coste. A peggiorare la situazione c'è poi l0uragano Alex che la scorsa notte ha tocato terra. Molti sonbo stati allontanati dalle proprie abitazioni. Nel texas il presidente ha dichiarato lo stato di emergenza.

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