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Marea nera, Golfo del Messico: scoperte prime "zone morte"

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Il metano causa la caduta del livello di ossigeno nell'acqua. L'uragano Alex ha raggiunto le coste nord-orientali del Messico: primi danni

Tatiana Necchi
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Si contano i danni - Il pozzo sottomarino della British Petroleum ha creato nel Golfo del Messico alcune zone "morte", dove la carenza di ossigeno rende la vita impossibile. Due studi indipendenti hanno rilevato zone in cui la concentrazione di metano, prodotto dal gas naturale che fuoriesce dal pozzo, 100mila volte superiore ai livelli normali. Così molti animali si stanno allontanando dalle zone a rischio e si stanno avvicinando alle coste dove la qualità dell'acqua è migliore. Questo è quanto riporta il quotidiano “The Guardian”. Fino a oggi gli scienziati si erano concentrati principalmente sui rischi rappresentati dalla presenza di greggio e sulle sostanze chimiche utilizzate nella bonifica ma il metano rappresenta un pericolo altrettanto grave perché causa una caduta della quantità di ossigeno presente nell'acqua fino a livelli incompatibili con la presenza di vita marina. Anche prima della fuga di greggio nel Golfo c'era una "zona morta" in corrispondenza della foce del Mississippi, causata dalla presenza nel fiume di fertilizzanti e altre sostanze chimiche di origine organica. Alex tocca terra – Il primo uragano della stagione ciclopica ha raggiunto la scorsa notte la costa nord-orientale del Messico, vicino alla frontiera con gli Stati Uniti. Alex, che viaggia a una velocità media di 165 chilometri orari e ha raffiche fino a 205 kmh, è accompagnato da piogge torrenziali e forti venti. Ma i danni iniziano a contarsi. Dai villaggi di pescatori in Messico a sud del confine con gli Stati Uniti sono state evacuate circa 17mila persone, mentre il presidente Barack Obama, ha dichiarato lo stato di emergenza in Texas. Le autorità messicane hanno già riportato una vittima. Sono stati evacuati anche tutti i 2mila abitanti del villaggio di pescatori di la Carbonera. Alex dovrebbe indebolirsi man mano che procede verso il Golfo del Messico e dovrebbe dissiparsi in un paio di giorni. Infine ha già interrotto alcune delle operazioni per arginare la marea nera e la mareggiata provocata dai forti venti dà una serie di problemi alla BP.

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