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Nasce l'ausiliario. Deciderà sulle cause civili in 90 giorni

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Emendamento in manovra per istituire la nuova figura che sostituirà i giudici. Avvocati contrari: "Demolizione della giustizia"

Paolo Franzoso
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La magistratura in Italia è sommersa dal lavoro arretrato. Le cause durano anni (anche decenni) e il sistema è sempre bloccato. Per evitare le lunghe pendenze e garantire dei tempi accettabili sulla giustizia, il governo ha inserito in manovra un emendamento – presentato dal Guardasigilli Angelino Alfano - che prevede l'istituzione dell'Ausiliario, una figura con il potere di dirimere le controversie civili, nominato di volta in volta dal giudice civile oberato dal lavoro, tramite un decreto pronunciato fuori udienza e comunicato alle parti. Tutto diventerà più snello perché "entro novanta giorni dalla nomina l'ausilario deposita in cancelleria una relazione contenente la sintetica esposizione dei fatti oggetto della causa e una proposta di decisione con l'esposizione dei motivi di fatto e di diritto". Gli ausiliari saranno magistrati onorari (anche a servizio cessato se non da più di cinque anni), avvocati (con anzianità di iscrizione all'albo di almeno cinque anni anche se collocati a riposo), docenti e ricercatori universitari di materie giuridiche, iscritti ad un apposito albo. Una volta analizzato il caso, l'Ausiliario dovrà comunicare alle parti una proposta di decisione da confermare in sede giudiziaria. A ogni modo i poteri saranno limitati, “l'ausiliario può essere ricusato dalle parti” entro trenta giorni dal pronunciamento. Ma se il giudice riterrà valida la sentenza, la parte che la rifiuta sarà condannata al pagamento dell'indennità dell'Ausiliario e versare allo Stato una ulteriore somma corrispondente al contributo unificato dovuto “da riassegnarsi ad appositi capitoli dello stato di previsione del ministero della Giustizia per assicurare il funzionamento ed il potenziamento degli uffici giudiziari”. Avvocati contrari - Non usa mezzi termini il presidente dell'Oranismo unitario dell'Avvocatura, Maurizio de Tilla, che definisce una vera e propria "demolizione della giustizia italiana" il progetto "a tre motori" iniziato con "l'approvazione della media-conciliazione", proseguito con la "poroposta di affidare ai notai la materia delle separazioni coniugali" e finito "con l'emendamento alla manovra sull'ausiliario". Secondo lui, in sostanza "con questo emendamento si colpisce ulteriormente il nostro sistema giudiziario sottraendo ai magistrati parte del contenzioso civile pendente e affidandolo a diverse figure professionali". Criticata anche le modalità di scelta dei papabili ausiliari, giudicata "l'ennesima scelta basata sulla filosofia dell'emergenza e della compressione dei diritti dei cittadini".  L'avvocatura italiana, già in stato di agitazione, ha indetto una settimana di protesta dal 10 al 16 ottobre, ma "già nei prossimi giorni - conclude il leader dell'Oua - avvieremo ulteriori iniziative per contrastare l'approvazione di questo emendamento che danneggia in modo inequivocabile il funzionamento della nostra giustizia".

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