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Amore come la droga: il cervello del partner lasciato "impazzisce"

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Quando finisce una storia è come se si ci fosse una crisi d'astinenza. L'abbandono può provocare reazioni e gesti inconsulti

Tatiana Necchi
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L'amore è come la droga e quando una storia finisce il cervello va in crisi. Si in crisi d'astinenza e le conseguenze possono essere davvero imprevedibili. Questo è quanto emerge da uno studio condotto sul cervello di una persona innamorata e ferita. Secondo una ricerca pubblicata sul “Journal of Neurophysiology” da Lucy Brown e Saul Korey dell'Albert Einstein College of Medicine of Yeshiva University di New York, quando la persona ferita vede la foto dell'amato che l'ha lasciato nel cervello si attivano aree legate al desiderio, alla dipendenza da droghe (prooprio in modo simile a quello di una crisi d'astinenza) e al dolore. Gli esperti, attraverso una risonanza magnetica, sono riusciti a “fotografare” cosa succede nel cervello di 15 studenti di college recentemente “abbandonati” dal proprio amato. Al solo vederlo in foto le emozioni da cui i volontari sono invasi scuotono il loro cervello dove si iperattivano diverse aree neurali: l'area ''ventrale tegmentale'', che controlla motivazione o incentivo a fare qualcosa da cui trarre appagamento che è una zona già nota per il suo coinvolgimento nei sentimenti suscitati dall'amore romantico. Il ''nucleo accumbens'' e le cortecce orbitofrontale e prefrontale, associate al desiderio e alla tossicodipendenza, in particolare il sistema dopaminergico che è coinvolto nella dipendenza da cocaina. Infine la corteccia insulare e quella cingolata anteriore, associate con dolore fisico e stress. Lo studio dimostra che l'abbandono da parte della persona amata genera delle reazioni “folli” nel cervello del triste innamorato, tanto folli che a volte  potrebbero portare a gesti inconsulti.

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