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Usa e Russia pensano a uno scambio tra spie

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Baratto tra la libertà di Igor Sutyagin, scienziato fermato a Mosca nel 1999, e gli 11 arrestati negli Stati Uniti

Roberto Amaglio
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Lo avevamo detto che la vicenda delle presunte spie russe arrestate negli Stati Uniti permetteva un tuffo nel passato nei terribili anni della Guerra Fredda. Infatti, oltre allo scenario dell'arresto e i capi d'imputazione, ora si sta delineando anche una risoluzione che ricorda molto gli scambi tra spie tra i due blocchi che avveniva a Checkpoint Charlie, la storia frontiera tra Berlino Ovest (e l'Occidente) e Berlino Est (e il blocco Sovietico). Per quanto le due potenze non abbiano confermato l'indiscrezione, sembra infatti che si stia profilando uno scambio di “talpe” tra gli Usa e la Russia. La notizia è trapelata mercoledì da Mosca per bocca della madre e dell'avvocatessa di un noto scienziato russo, Igor Sutyagin, fermato nel 1999 proprio dalle autorità del Cremlino con l'accusa di aver passato a una società inglese (braccio destro della Cia) i segreti nucleari dei sottomarini russi. Igor Sutyagin, sempre professatosi innocente, è stato processato e nel 2005 gli venne inflitta una condanna di 15 anni di carcere. Ipotesi scambio – Ad avvallare l'ipotesi di un “do ut des” è stata la madre dello scienziato, Svetlana Sutyagina, la quale ha rivelato che recentemente il figlio è stato prelevato dal carcere in cui si trovava e trasferito in un ufficio di Mosca, dove avrebbe assistito a un incontro tra ufficiali dei servizi russi e degli esponenti del governo americano. "Gli americani sono rimasti in silenzio, mentre i russi spiegavano i termini dello scambio", ha riferito Svetlana. Secondo l'avvocato di Sutyagin, Anna Stavistakaia, la liberazione verrà motivata ai media come un amnistiato; poi lo scienziato verrà trasferito a Vienna per essere consegnato al governo inglese, insomma in pieno stile Guerra Fredda. Come già detto, né la Cia né i servizi segreti russi hanno rilasciato dichiarazioni in merito, di conseguenza non si sa nemmeno quali siano i parametri dell'eventuale scambio. Quel che è certo è che anche gli Stati Uniti vorranno evitare di aprire un procedimento penale nei confronti delle undici persone etichettate come spie: infatti, per il momento, il Dipartimento di Giustizia americano non ha trovato prove valide per incriminare di spionaggio i fermati. Le notizie maggiori su questo caso sono sempre quelle riguardanti la bella Anna Chapman, colei che è già passata alla storia come "la spia con il corpo da modella". Concretamente, però, i capi di accusa resi noti dai procuratori federali si limitano ai reati di associazione a delinquere nell'ambito del riciclaggio di denaro sporco e omessa registrazione ai registri federali dello stato di agente di un governo straniero. Insomma, con il clamore scatenatosi intorno alla vicenda, gli Usa avrebbero molto da perdere se si infilassero in un processo mediatico dall'esito tutt'altro che scontato.

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