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E alla fine la Cina rinnovò la licenza a Google

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Braccio di ferro finito dopo che la compagnia di Moutain View aveva smesso di aggirare la censura

Paolo Franzoso
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Pechino rinnova la licenza a Google. La compagnia del più cliccato motore di ricerca è stata sulle spine per dieci giorni perché si era rifiutata di operare in un sistema di censura “consigliato” dalle autorità cinesi”. “Siamo felici” è stato il laconico commento scritto dal legale di Google, David Drummond. La notizia non ha ancora vuto riscontro sui siti web del ministero cinese dell'Industria e dell'Informazione tecnologica. Il gruppo di Mountain View aveva chiuso il suo motore di ricerca in Cina lo scorso marzo ma aveva mantenuto un sito che offriva musica e altri servizi, in modo tale che gli utenti fossero reindirizzati sulle pagine di Hong Kong, non coperte da censura. E in scadenza di licenza, i controllori dell'informazione cinesi avevano invitato la compagnia americana a bloccare questa pratica, pena il non rinnovo della licenza. Il passo indietro di Google ha aperto la strada al rilascio della nuova licenza. Eppure, nonostante il tentativo di aggirare la censura governativa, i cinesi preferiscono Baidu (60%) a Google (30%).

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