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P3, Dell'Utri non parla coi Pm. Indagato anche Caliendo

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Il senatore davanti ai Pm di Roma si è avvalso della facoltà di non rispondere: "Dopo Palermo ho imparato". Berlusconi, in una nota, conferma la fiducia al sottosegretario

Eleonora Crisafulli
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Proseguono gli interrogatori alla procura di Roma sulla cosiddetta P3. E dopo il sottosegretario del Pdl, Denis Verdini, è toccato oggi a Marcello Dell'Utri presentarsi davanti al pm Rodolfo Sabelli e al procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo. Ma il senatore del Pdl, indagato per la violazione della legge Anselmi insieme a Verdini, Carboni e Lombardi, ha evitato le domande dei giudici, avvalendosi della facoltà di non rispondere. Un indagato provveduto - Lasciando gli uffici di piazzale Clodio, dopo appena un'ora dal suo arrivo, Dell'Utri ha spiegato ai giornalisti di non essere più uno "sprovveduto" come nel 1996, quando fu accusato di concorso esterno in associazione mafiosa: "Sono un indagato 'provveduto'. Mi sono avvalso della facoltà di non rispondere, che ritengo una regola fondamentale per l'indagato provveduto. Il consiglio che do a tutti coloro che dovessero trovarsi in analoga situazione è di non parlare perché lo dice la legge, che permette di avvalersi della facoltà di non rispondere. A Palermo 15 anni fa ho parlato 17 ore e sono stato rinviato a giudizio sulla base della mie dichiarazioni. Ho imparato da allora". Così, a differenza di Verdini che è rimasto in Procura quasi nove ore, Dell'Utri ha evitato di sottoporsi a un lungo e "pericoloso" interrogatorio. Trasferimento di Marconi - Intanto il Csm dà il via libera al trasferimento del giudice Umberto Marconi.  Il presidente della Corte d'Appello di Salerno lascia la città per Napoli. La richiesta di tornare nell'ufficio che ricopriva prima della sua promozione, come consigliere, era stata avanzata dallo stesso magistrato, a carico del quale la Prima commissione di Palazzo dei Marescialli aveva avviato una procedura di trasferimento d'ufficio per incompatibilità, dopo le notizie su un  presunto coinvolgimento nell'inchiesta P3. La decisione è stata presa all'unanimità. Unico astenuto è stato il vicepresidente Nicola Mancino, secondo il quale la sede di Napoli era comunque inopportuna. Il Pd chiede una commissione - Come annunciato lo scorso 24 luglio da Rosy Bindi, la vicepresidente della Camera e presidente dell'assemblea nazionale del Pd, insieme ad altri deputati dell'opposizione, illustreranno domani a Montecitorio la proposta di legge per l'istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulla P3. Indagato Caliendo - Il sottosegretario al ministero della giustizia, Giacomo Caliendo, è stato iscritto sul registro degli indagati della Procura di Roma nell'ambito dell'inchiesta sulla cosiddetta P3. Secondo quanto si è appreso l'accusa contestata è quella di violazione della legge Anselmi sulle società segrete. Caliendo potrebbe venire interrogato entro la fine di questa settimana. Lui, prontamente, si difende:  "Non ho mai contattato nè fatto elenchi di giudici della Corte costituzionale favorevoli o contrari al lodo Alfano". Le accuse - Gli inquirenti contestano a Caliendo la partecipazione ad una cena il 23 settembre dello scorso anno a casa del coordinatore del Pdl Denis Verdini, in piazza dell'Ara Coeli a Roma. Alla cena parteciparono anche Flavio Carboni, Arcangelo Martino, Pasquale Lombardi, il senatore Marcello Dell'Utri, e i magistrati Antonio Martone e Arcibaldo Miller. Fine della cena, secondo gli inquirenti, come intervenire sul lodo Alfano, nominare Alfonso Marra a presidente della Corte d'Appello di Milano e come procedere per il ricorso presentato in Cassazione dall'ex sottosegretario Nicola Cosentino contro l'ordinanza d'arresto emesso dalla Procura di Napoli. Tra le altre discussioni anche l'ispezione ministeriale, mai avvenuta, che doveva essere inviata contro il collegio della Corte d'Appello di Milano che aveva respinto il rcorso contro l'esclusione dalle regionali della lista del presidente Roberto Formigoni. Il governo si erge in difesa - Dopo le parole di fiducia espresse e ribadite dal ministro della Giustizia, Angelino Alfano ("ribadisco, a sostegno del senatore Caliendo, quanto dichiarato in Parlamento, mercoledì scorso, durante il Question Time e gli rinnovo fiducia e solidarietà"), in serata è giunta anche la presa di posizione ufficiale del governo. "Il Presidente Silvio Berlusconi ha incontrato il Sottosegretario Giacomo Caliendo e in relazione all'indagine quest'oggi annunciata nei suoi confronti gli ha espresso la più ampia solidarietà" e rinnovandogli piena fiducia lo ha invitato a continuare a lavorare con l'impegno fin qui profuso. 

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