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Wikileaks: il Pentagono apre un'inchiesta penale sulla fuga di notizie

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Obama cavalca lo scandalo: "Ho fatto bene a cambiare strategia". Per Hamid Gul, dei Servizi Segreti pachistani, "è tutto falso"

Paolo Franzoso
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Nonostante nessuno dei documenti fosse classificato come “segreto”, il Pentagono apre un'inchiesta penale sulla fuga di notizie sulla guerra in Afghanistan. I contenuti diffusi non sarebbero considerati una minaccia per la sicurezza degli Stati Uniti o per i soldati sul campo. I sospetti ricadono su Bradley Manning, 22enne, dipendente dell'Intelligence, già in carcere per aver fornito un video a "Wikileaks" che riprende un elicottero da guerra Apache e l'equipaggio che apre il fuoco su alcuni civili e su due giornalisti della Reuters, a Baghdad. Manning, detenuto in una prigione militare in Kuwait, secondo il portavoce del Pentagono, Geoff Morrell, "è ovviamente una persona interessata alle indagini anche su questa fuga di notizie, ma ancora preferiamo non sbilanciarci e consideriamo tutte le piste valide". Obama cavalca lo scandalo - Dopo 24 ore è giunto il commento di Obama sulla fuga di notizie. Secondo il leader della Casa Bianca, lo scoop "non rivela nulla di nuovo", ma conferma "ho fatto bene a cambiare la strategia" in Afghanistan. Scarsa rilevanza dei documenti - Oggi sul "New York Times" - uno dei tre giornali che ha pubblicato lo scoop in anteprima- uno studioso del Center for a New American Security, Andrew Exum, scrive in un editoriale di essere un “ricercatore che studia l'Afghanistan” con “regolare accesso a informazioni segrete”: “Tuttavia non ho visto nulla nei documenti che mi abbia sorpreso o detto qualcosa di significativo”. Parla Hamid Gul: "È tutto falso"- Ma il contenuto dei documenti segreti, portati alla luce dal sito Wikileaks, non sarebbero altro che "l'opera dell'agenzia di Intelligence indiana e del contractor americano, Mike Furlung". È questa la versione che il generale in pensione, Hamid Gul, Direttore dei servizi segreti pakistani dal 1987 al 1989, fornisce ad "AKI"  sui 92mila file segreti messi a disposizione dei media, da Wikileaks. "È tutta una finzione - insiste Gul - e opera dell'Intelligence indiana e del contractor americano, Mike Furlung, che ha usato l'ingenua Intelligence afghana per redarre questi rapporti inventati", ha affermato il generale. "Sono andato in pensione anni prima l'emergere del movimento dei Talebani e non conosco nessuno tra di loro. Se ho avuto rapporti con qualcuno in Afghanistan, questi erano i Mujahadeen dell'Alleanza del Nord", una formazione anti-talebana, ha aggiunto Gul. Il nome dell'ex capo dell'Isi appare in ben 8 rapporti segreti. È indicato come colui che avrebbe istigato e consigliato ai Talebani le modalità per condurre attentati in Afghanistan. Gul pone quindi l'attenzione sulla "dicotomia di questi rapporti di Intelligence, che sono stati scritti dal 2004 al 2009. È il periodo in cui a guidare l'Isi era il generale Parvez Kayani, indicato come possibile nuovo capo dell'esercito pakistano. Oggi è considerato il più leale alleato americano", ha infine dichiarato.

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