Bossi: "Berlusconi e Fini? Ognuno per la sua strada"
Per il leader della Lega la rottura è inevitabile: Silvio e Gianfranco nemmeno si parlano. Ma "questo non vuol dire che si va alle elezioni". Intanto il Pdl valuta l'espulsione
Mentre il leader dell'opposizione Bersani dichiara la sua disponibilità a creare un governo tecnico di transizione, per uscire dalla crisi interna al Pdl il Senatùr propone una definitiva rottura. Non si può andare avanti con gli scontri tra finiani e fedeli del Cav. e allora "ognuno andrà per la sua strada". Umberto Bossi parla a Montecitorio dei rapporti conflittuali tra Silvio Berlusconi e Gianfranco Fini e a chi gli chiede se sia ormai inevitabile il divorzio risponde: "Non si incontrano, non si parlano...". E "se non si incontrano, se non si trovano vuol dire che non vogliono trovarsi". "Questo però non vuol dire che si va alle elezioni", precisa il leader del Carroccio. Anche perché prima di tornare alle urne "io voglio portare a casa il federalismo. Le Regioni sono senza soldi e mi ammazzano se non porto a casa il federalismo. Voglio far passare il federalismo prima delle elezioni". Solo le inchieste che coinvolgono gli esponenti della maggioranza possono far tremare il governo: "Queste sono le uniche cose che fanno paura, le altre cose si risolveranno". L'espulsione - Intanto, secondo quanto si apprende da fonti parlamentari di via dell'Umiltà, il 30 luglio si potrebbe tenere un ufficio di presidenza del Pdl. All'ordine del giorno potrebbe esserci la questione Granata, anche perché - spiega un dirigente - a questo punto qualcosa si deve fare, "la montagna non può partorire un topolino". Ma nel mirino ci sarà soprattutto Gianfranco Fini. Tra le ipotesi c'è quella di un documento che metta in discussione il suo essere super partes come presidente della Camera, insomma una sorta di sfiducia. Ma anche l'espulsione dal partito di 4 esponenti: Gianfranco Fini, Italo Bocchino, Fabio Granata e Carmelo Briguglio.