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Bersani tifa per Tremonti premier

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Il segretario del Pd rilancia l'idea di un governo di larghe intese. "Meglio che andare al voto con questa legge elettorale". Ma per il leader dell'Udc Casini "non ha senso"

Roberto Amaglio
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Imbarazzo Tremonti. Il capo dell'opposizione, Pierluigi Bersani, candida il ministro dell'economia come primo ministro di un eventuale governo tecnico. "Meglio Tremonti, che andare alle elezioni con questa legge elettorale", ha detto il leader del Pd. Incredibile? Non pare. La mozione di sfiducia di Caliendo che verrà votata mercoledì alle ore 17 alla Camera metterà in luce che il quarto governo Berlusconi ha perso la maggioranza politica nell'Aula di Montecitorio: sul totale di 630 deputati, infatti, la maggioranza, senza i 33 finiani, può contare solo su 308 voti. Per la precisione su 237 deputati del Pdl, 59 della Lega e 12 del gruppo misto. Per governare in tranquillità, però, ne sevono 316. Insomma, la maggioranza non c'è più. Il premier Berlusconi, del resto, non teme l'eventualità di tornare alle urne e la Lega (sicura di un ulteriore balzo in avanti) vedrebbe con entusiasmo il fatto di richiamare gli elettori al voto. Al contrario il Pd rilancia l'idea di un governo tecnico o di responsabilità nazionale. A frenare sull'ipotesi voto è stato lo stesso segretario del Pd, Pierluigi Bersani, soffermatosi sull'argomento fuori dalla Camera con i giornalisti. "Piuttosto che andare al voto con questo meccanismo elettorale, meglio aprire una fase costituente. Chi la guiderà? Certamente non potrebbe traghettare e guidare un governo di transizione chi ci ha portato fin qui. Tremonti? Sarebbe una soluzione più sensata rispetto ad andare avanti con questo esecutivo". Il ministro del Tesoro, infatti, sembrerebbe l'uomo giusto per condurre quelle battaglie di rigore economico e, al contempo, avrebbe l'appoggio trasversale di più parti politiche: una buona base di partenza per riprendere in mano anche la tanto contestata legge elettorale ideata da Roberto Calderoli. Mai fatto nomi - Più tardi, Stefano Di Traglia, portavoce del leader Pd, ha puntualizzato però che "Bersani non ha mai fatto nomi. Il segretario del Pd, come si capisce dalle parole riportate dalle agenzie di stampa, si è limitato a ribadire ai giornalisti quanto già affermato in questi giorni, e cioè che la cosa meno sensata è andare a votare con questa legge elettorale. Il resto non è adesso in discussione ed eventualmente spetterebbe solo al capo dello Stato". Lo stesso Bersani ha aggiunto: "Io non ho mai fatto nomi. Ho detto che ci vuole un governo di transizione, per un tempo limitato per cambiare la legge elettorale, ma la scelta e la forma è una decisione che spetta al Presidente della Repubblica". Casini - La notizia è stata acolta positivamente dal leader dell'Udc, Pier Ferdinando Casini: "Ha fatto bene Bersani a smentire la finta indicazione di Tremonti perché non avrebbe senso, i nomi li fa il capo dello Stato. Se questo governo dovesse andare in crisi - ha aggiunto - non ne può nascere un altro solo per fare la legge elettorale. Ci sono questioni sociali da risolvere". Nel frattempo, però, sembra che Giulio Tremonti non sia l'unico nome iscritto nella lista dei papabili sostituti di Berlusconi nel caso di un governo di responsabilità nazionale. Questa mattina, infatti, Marco Travaglio sulle pagine de "Il fatto quotidiano" ipotizza la candidatura di Mario Draghi, il Governatore della Banca d'Italia, un altro traghettatore capace di navigare tra le delicate pieghe del bilancio italiano. L'idea è che, però, si stiano facendo i conti senza l'oste: alzi infatti la mano chi pensa che Berlusconi si farà da parte senza battere ciglio.

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