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Tanzi perde il titolo di Cavaliere di Gran Croce

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Viste le vicende processuali a suo carico, Napolitano lo ha privato dell'onorificenza più alta dello Stato italiano

Roberto Amaglio
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È stato uno dei tristi protagonisti del crac Parmalat, il fallimento che ha provocato un buco da oltre 300 milioni di euro. Ha messo in ginocchio circa 32 mila risparmiatori, o almeno questi sono quelli che si sono costituiti parte civile in sede legale per ottenere un risarcimento. Ed è stato condannato in Appello a dieci anni di carcere lo scorso 26 maggio. Ora, per decisione dal presidente Giorgio Napolitano, Calisto Tanzi ha perso pure il titolo di Gran Cavaliere di Gran Croce della Repubblica, ossia l'onorificenza più alta che lo Stato italiano riconosca ai suoi cittadini meritevoli. A dir la verità la decisione da parte del Capo dello Stato era arrivata già a giugno (data della firma del decreto), anche se solo la scorsa settimana la Gazzetta Ufficiale ne ha dato notizia. Del resto la fedina penale di Tanzi iniziava a essere troppo lunga per mantenere l'onorificenza, tributatagli nel 2000 dall'allora titolare del Quirinale Carlo Azaglio Ciampi. A suo carico, infatti, l'ex numero 1 di Parmalat ha la già citata sentenza di secondo grado e cinque patteggiamenti. C'è comunque da sottolineare che Tanzi manterrà invece i suoi altri titoli, come quello di Cavaliere del Lavoro, la medaglia d'oro ai Benemeriti della cultura e dell'arte ed è assegnatario del premio Sant'Ilario che la città di Parma conferisce ai suoi cittadini più illustri: Certo ai poveri risparmiatori ritrovatisi in mutande da un giorno con l'altro darà molto fastidio pensare che Tanzi potrà mantenere questi titoli onirifici. Tuttavia questi ultimi, futili allori rappresentano solo delle tracce di un regno che è ormai giunto al termine.

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