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Gli affari di Fini in Rai, motivo in più per dimettersi

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Al giallo della casa a Montecarlo si aggiungono le pressioni del presidente della Camera in Rai e la fine di una carriera: quella del dirigente di viale Mazzini che non ha aiutato il fratello della Tulliani. Su Libero oggi in edicola l'epurato conferma: "Io, prima vittima di quegli arroganti"

Michela Ravalico
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Se Scajola si è dimesso per la casa fronte Colosseo, Fini deve fare altrettanto per quella di Montecarlo finita nelle mani di suo cognato. Ma non solo. Sull'ex di Alleanza nazionale pesa anche la fine di un'amicizia. E ancor di più la fine di una carriera, quella con il capo delle relazioni esterne Rai Guido Paglia. Nell'autunno 2008 il presidente della Camera mandò il cognato Giancarlo Tulliani, interessato a fare affari in viale Mazzini, dall'amico giornalista. Il giovane sperava di diventare uno dei primi attori nel trading dei diritti cinematografici per la tv e poi di fare il produttore. Paglia tentò di dissuadere Tulliani, ma alla fine, dopo qualche altro incontro, il socio di Tulliani, Federico Passa, riuscì a vendere a Rai Cinema tre titoli minori. Il costo però non era alto e, dopo pochi giorni, il 18 novembre del 2008, il telefono di Paglia squilla. E' Fini. I tre si incontrano. Il cognato ha bisogno di un minimo garantito sulla fiction, l'intrattenimento e i diritti cinema all'estero. Interviene anche Tulliani e dopo qualche battuta la discussione degenera. Paglia esce dalla stanza. Tulliani riuscirà comunque ad ottenere qualche lavoro in Rai. Mentre la corsa di Paglia alla vicedirezione generale dell'azienda si interromperà. Fine di una carriera e fine di un'amicizia. Il giallo di Montecarlo - Intanto vanno avanti le indagini sul "Montecarlo gate". Dopo l'apertura di un fascicolo di inchiesta per truffa aggravata a carico di ignoti (un atto dovuto, spiegano dalla procura di Roma, in quanto è stata presentata una denuncia da due consiglieri della Destra di Storace), ora la Guardia di Finanza è stata incaricata di acquisire le carte sulla vendita dell'immobile. Il protagonista dello scandalo, per il momento, non sarà sentito, neppure come persona informata sui fatti. Ieri, sull'onda della notizia dell'apertura delle indagini, ha solo commentato "ben vengano le indagini su tutto ciò che concerne il patrimonio di An". E il coro dimettiti, dimettiti si fa sempre più forte, martellante e soprattutto bipartisan. Forse scontato che Berlusconi, Maroni e Bossi chiedano il "grande gesto". Un po' meno che lo faccia Di Pietro. Gli unici a difenderlo sono Casini e D'Alema, che - non senza una nota di ironia - parlano entrambi, anche se da schieramenti molto lontani, di "squadrismo intimidatorio". Il finiano Raisi tira in mezzo La Russa - Enzo Raisi, finiano e membro del Comitato dei garanti di An, aggiunge un nuovo tassello al Montecarlo Gate in un'intervista ad Affari italiani. E tira in mezzo Ignazio La Russa, coordinatore nazionale del Pdl, fedelissimo di Silvio e nemico giurato dell'ex camerata Fini. "L'appartamento in questione, che è stata venduto soltanto perché non ha senso che un partito abbia un appartamento a Montecarlo, è iscritto al bilancio 2008 del partito di An. E pochi hanno calcolato che Fini non era già più presidente ma c'era un comitato costituito da tutti i cosiddetti colonnelli con Ignazio La Russa nel ruolo di primus inter pares. Perciò dire io non sapevo, io non ero a conoscenza mi sembra un po' balzana come cosa", dichirara Raisi. Il finiano entra nei dettagli: "C'è stato un bilancio pubblico votato dall'assemblea del partito e quello che era l'amministratore delegato non ne sa nulla? Lo dico anche da ex semplice iscritto di An. Sembra una barzelletta, nessuno sapeva niente". Perché? "Mah... posso dire che addirittura ci sono persone del partito che sono andate a vedere l'appartamento per capire se c'era la possibilità di comprarlo. E sono andati via con la coda in mezzo alle gambe in quanto era una casa poco commerciabile e nessuno la voleva, anche perché era da anni disabitata. Credo che sia costata di più la ristrutturazione che il valore stesso dell'appartamento. E' l'ennesima bufala". L'eredità - Nel 1999 la contessa Anna Maria Colleoni, grande sostenitrice di Fini (pare che partecipasse a ogni comizio con la famiglia e in dono gli portasse canestri colmi di albicocche raccolte dai suoi alberi da frutta), lascia tutti i suoi beni in eredità ad An per proseguire "la buona battaglia". Tra i beni  compare anche un appartamento a Montecarlo in Boulevard Princesse Charlotte, 14. L'appartamento è tra i 50 e i 70 metri quadri, compreso il terrazzo, ed è composto da due camere da letto, bagno, cucina  e salotto. Società offshore - Nel 2008 l'appartamento viene venduto per 300mila euro da An a una società offshore, la Printemps, A sua volta, Printemps rivende l'alloggio per 330 mila euro alla Timara, altra società offshore. Nel 2009 la Timara comincia i lavori di ristrutturazione (chi "difende" il prezzo basso di vendita sostiene che l'appartamento fosse in condizioni disastrose) e stipula un contratto di affitto con Giancarlo Tulliani, fratello di Elisabetta, attuale compagna del presidente della Camera Gianfranco Fini. A tutt'oggi non si sa a quanto ammonti il canone di affitto.

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