Cerca
Logo
Cerca
+

Sugli autobus di New York la pubblicità anti-moschea

default_image

Il cartellone, realizzato da un'organizzazione contro il radicalismo islamico, contesta la costruzione del centro islamico a Ground Zero

Michela Ravalico
  • a
  • a
  • a

La moschea a Ground Zero non la vogliamo. E' questo il messaggio che circolerà affisso agli autobus di New York nelle prossime settimane. L'iniziativa, messa a punto da un'organizzazione contro il radicalismo islamico, ha ottenuto l'ok della Metropolitan Transitan Authority, l'ente dei trasporti di New York (in pratica l'Atm della Grande Mela). Il manifesto pubblicitario (nella foto)  mostra l'immagine delle Torri Gemelle in fiamme mettendola a contrasto con quella della moschea in progetto e recita Why there? (Perché qui?) Moschea a Ground Zero - Nonostante un forte movimento di opinione pubblica contraria, la settimana scorsa c'è stato il via libera alla costruzione di una moschea a pochi isolati da Ground Zero. La commissione edilizia del comune di New York ha con voto unanime negato lo status di interesse storico al palazzo designato per ospitare il luogo di culto, rendendo così possibili le opere edili necessarie per l'adeguamento del complesso ai nuovi scopi. Il giorno stesso della decisione una cinquantina di parenti delle vittime dell'11 settembre si sono assemblate all'esterno del palazzo che ospitava la Landmark Preservation Commission, esternando la loro contrarietà a questa iniziativa. Per il sindaco, Michael Bloomberg, l'idea di costruire una moschea sul luogo del peggior attentato che gli Stati Uniti abbiano mai subito sul loro territorio è non solo una decisione urbanistica, ma un manifesto dei principi e dei valori che caratterizzano gli Stati Uniti. "Qualsiasi cosa si pensi della proposta della moschea e del centro islamico – ha affermato il sindaco –, nella foga del dibattito si è persa una questione di base: il governo deve cercare di negare a dei privati cittadini il diritto di costruire un luogo di preghiera in una proprietà privata in base alla loro religione? Questo può anche succedere in altri Paesi, ma non dovremmo mai permettere che questo accada qui, nella città più libera del mondo. E' questa libertà che rende New York speciale, diversa e forte".

Dai blog