Napolitano ci mette il bavaglio: basta scoop
Il presidente frena la corsa alle urne e chiede "uno sforzo di responsabilità", ma le sue parole sono una minaccia al Cav e un aiuto al suo rivale
Non c'è nessun articolo della Costituzione che dà diritto al Capo dello Stato di mettere il bavaglio alla libera stampa. Giorgio Napolitano ha chiesto, dimenticandosi il suo ruolo istituzionale, di fermare “una campagna gravemente destabilizzante” contro Gianfranco Fini. E ha intimato: “è ora che finisca” questa inchiesta giornalistica. Insomma, se anche Antonio Di Pietro ha definito un intervento sulle colonne dell'Unità “a gamba tesa” quello del presidente della Repubblica, vuol dire che qualcosa non torna. Un intervento inappropriato, contrario all'articolo 21 della Costituzione sulla libertà di stampa. Eppure nessuno del mestiere, né l'Ordine dei giornalisti né i sindacati di categoria e tantomeno il popolo viola “paladino” di questo diritto, nessuno ha protestato, a dimostrazione di quanto sia strumentale la bandiera di libertà sventolata in altre occasioni. La minaccia ai giornali è la cosa meno rilevante. Il problema è il doppiopesismo: Napolitano non ha detto le stesse cose in altre occasioni, quando il bersaglio era un altro. L'intervento - Eppure Giorgio Napolitano aveva scelto di non intromettersi sui recenti sviluppi della politica italiana. La rottura fra Berlusconi e Fini aveva aperto la strada alle speculazioni: governo di minoranza, larghe intese, patto di legislatura, oppure Sarebbe bene che esponenti politici di qualsiasi parte non dessero indicazioni senza averne titolo e in modo sbrigativo e strumentaleelezioni anticipate. Mancava quindi solo la voce del presidente della Repubblica. Ieri sera è arrivata. Non entra nel merito di quello che definisce "un serio conflitto politico" dentro la maggioranza, ma si chiede quali sarebbero le conseguenze di un durissimo scontro elettorale. "Sarebbe bene che esponenti politici di qualsiasi parte non dessero indicazioni senza averne titolo e in modo sbrigativo e strumentale" dice Napolitano all'Unità, di ritorno dalle vacanze a Stromboli, chiudendo la parentesi estiva. Il capo dello Stato ci tiene a ribadire che il compito istituzionale di sciogliere le Camere e indire nuove elezioni spetta a lui e questa responsabilità entrerà "in gioco solo quando risultasse in Parlamento che la maggioranza si è dissolta e quindi si aprisse una crisi di Governo". Messaggio forte quello di Napolitano, volto a spazzare via le incertezze sulla possibili crisi politica. Lo scontro in atto nella maggioranza non aiuta la ripresa economica di cui ci sono segnali "positivi e incoraggianti". Perciò occorre "abbassare i toni" e "compiere uno sforzo di responsabile ponderazione tra le esigenze della chiarezza politica e quelle della continuità della vita istituzionale, guardando al Paese che ha bisogno di risposte ai propri problemi anziché di rese dei conti e di annunci minacciosi nell'arena politica". L'appello è chiaro: è necessario, secondo il presidente, evitare "un durissimo scontro elettorale". Fini – Anche Napolitano fa il pompiere sul caso che ha coinvolto Gianfranco Fini, perché ha "sempre ritenuto che nessun contrasto politico debba investire impropriamente la vita delle istituzioni". "E' ora che cessi una campagna gravemente destabilizzante sul piano istituzionale qual è quella volta a delegittimare il presidente di un ramo del Parlamento e la stessa funzione essenziale che egli è chiamato ad assolvere per la continuità dell'attività legislativa". Replica Pdl - "È con qualche amarezza, ma con profondo rispetto per la sua carica, che leggo l'invito del presidente Napolitano a cessare gli attacchi contro il presidente della Camera. Le sue parole avrebbero oggi ben altro effetto sull'opinione pubblica se fossero Le preoccupazioni espresse dal presidente della Repubblica sui rischi che verrebbero al Paese da una crisi di governo - spiega Napoli - devono appartenere a ogni persona di buon senso. Ancora più grandi, però, sono i rischi per l'Italia e per le nostre prospettive economiche se poniamo mente ai guasti che deriverebbero da una stagione di forte instabilità politica o di precarietà delle alleanzegià state pronunciate, senza cambiare una virgola, quando due anni fa una campagna di veleni ancora più ampia e devastante era stata lanciata contro il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi". Il vice presidente dei deputati del PdL, Osvaldo Napoli, commenta l'intervento in difesa di Fini. Per il resto si trova d'accordo con le valutazioni del Capo dello Stato sulla vicenda politica. "Le preoccupazioni espresse dal presidente della Repubblica sui rischi che verrebbero al Paese da una crisi di governo - spiega Napoli - devono appartenere a ogni persona di buon senso. Ancora più grandi, però, sono i rischi per l'Italia e per le nostre prospettive economiche se poniamo mente ai guasti che deriverebbero da una stagione di forte instabilità politica o di precarietà delle alleanze". "Il vuoto politico - prosegue Napoli - non esiste, in nessuna democrazia che si rispetti. Esso lo riempie l'espressione limpida e sovrana della volontà popolare, da ascoltare ogni qualvolta se ne manifesti la necessità". Bersani difende Napolitano - "Le parole del presidente Napolitano - dice il segretario del Pd - sono un richiamo forte e chiaro alla responsabilità politica e ai principi costituzionali. E` inutile negare che la discussione che si è aperta tocca ormai un punto di fondo. Si vuole dare legittimazione a un pensiero para costituzionale. Si vuole interpretare la Costituzione come un involucro formale cui dare sostanza con un consenso interpretato come un plebiscito. Se la destra pensa con idee del genere di camminare sul velluto, si sbaglia di grosso".