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Il Cav convoca i suoi. Venerdì il summit

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L'incontro servirà per illustrare le linee guida su federalismo, sud, giustizia e fisco in vista della ripresa dei lavori parlamentari

Roberto Amaglio
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Sono già finite le vacanze per il governo e i rappresentanti del Pdl. Venerdì, infatti, Silvio Berlusconi ha fissato a Palazzo Grazioli un incontro con i capigruppo e i coordinatori del partito azzurro. Non una sorta di rendez-vous o un primo giorno di scuola, bensì un meeting fondamentale in vista della ripresa dei lavori parlamentari di settembre, quelli che dovranno sancire se la maggioranza guidata dal premier esiste ancora oppure no. Banco di prova – Considerata l'importanza politica dei prossimi 30 giorni, il Cavaliere non vuole lasciare nulla al caso. Per questo motivo durante il suo soggiorno a Villa Certosa avrebbe preparato un documento programmatico in cui sarebbero già ben identificati quei temi sui quali il Governo si gioca il futuro. Sui tavoli degli uomini del Pdl, nero su bianco, ci saranno le linee programmatiche che guideranno la mano del partito a settembre: federalismo, sud, giustizia e fisco. Materie delicate che, seppur inserite nel programma elettorale del Pdl, hanno trovato molto spesso l'opposizione della corrente finiana, soprattutto sulle modalità attraverso cui perseguire gli obiettivi condivisi: pensiamo alle frecciate di Fini sulla limitazione delle intercettazioni per i familiari dei mafiosi o la patata bollente del processo breve. Ipotesi urne – Come ampiamente ancitipato, in caso di fumata nera il Pdl ha tutta l'intenzione di ritornare al voto, così come la Lega di Umberto Bossi e, sull'altro fronte, l'IdV di Antonio Di Pietro. Ovviamente, prima di richiamare gli italiani ai seggi, come da prassi il Capo dello Stato Giorgio Napolitano sonderà il terreno con una serie di colloqui tra le diverse forze politiche per verificare se ci sia la possibilità di aprire la tanto diffusa fase di un governo tecnico. Fli rassicura - Nonostante l'opinione pubblica dia ormai per certa la crisi di governo, ci pensa Italo Bocchino, uno dei più discussi uomini vicini a Fini, a fare un passo indietro. Per l'ex vice capogruppo dei Pidiellini alla Camera, infatti, "non ci sarà alcuna crisi di governo". "I gruppi parlamentari di "Futuro e Libertà per l'Italia" - si legge in una nota ufficiale - hanno detto con chiarezza che garantiranno la fiducia al governo per l'intera legislatura e che voteranno tutti i provvedimenti facenti parte del programma elettorale". Seppur a distanza, quindi, fedeli a Berlusconi e al patto con gli italiani. Anche se Bocchino non perde l'occasione di lanciare una frecciatina al Cavaliere. "E' stato il premier Berlusconi a violare il patto con gli italiani cacciando Gianfranco Fini dal Pdl".

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