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Somalia, continuano gli scontri. Sotto attacco il mercato di Bakara

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Al momento si contano 6 morti e 25 feriti. La capitale somala sembra sempre più ingovernabile

Tatiana Necchi
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Continua la violenza per le strade di Mogadiscio. Sono ripresi all'alba gli scontri tra le forze del governo, sostenute dai "berretti verdi" dell'Unione Africana, e gli integralisti islamici. Da tre giorni è in corso una violenta battaglia nella capitale somala in seguito all'offensiva lanciata lunedì sera dai ribelli islamici contro le postazioni del governo transitorio somalo. Sotto attacco, oggi, il mercato di Bakara il più importante della città. Secondo quanto riferisce l'inviato della tv araba al-Jazeera, i razzi sarebbero stati lanciati dalle forze governative per colpire le basi dei Giovani Mujahidin (Shabab) presenti nella zona. Al momento si contano 6 morti e 25 feriti tra i civili che vivono nell'area. La capitale somala sembra sempre più ingovernabile.   Gli scontri sono scoppiati su diversi fronti a nord e sud della capitale dopo che colpi d'artiglieria pesante sono stati sentiti per tutta la notte. Questo nuovo attacco segue la strage di ieri all'hotel Huna dove due ribelli islamici-kamikaze vestiti da soldati governativi, hanno falcidiato una trentina di persone, tra cui 6 deputati, prima di farsi saltare in aria. Entrambe le parti sostengono di aver preso il sopravvento negli scontri odierni. Il colonnello Mohamed Adan, un agente di sicurezza del governo somalo, ha detto: «I combattimenti sono ripresi stamane intensamente e le forze del governo stanno avanzando verso le linee nemiche: hanno perso molti miliziani». Secondo testimoni, i 6 civili sono morti perché un colpo di mortaio ha colpito le loro case: «Ho visto i cavadaveri di sei persone stamane, quattro morti in un posto, gli altri due nel quartiere di Yaqshid», ha riferito Muhidin Ali un testimone locale. I ribelli del movimento Shebab, legati ad al-Qaeda, hanno rivendicato la vittoria: «I nostri uomini hanno giocato d'anticipo stamane e ci sono stati scontri attorno alle posizioni difensive del governo apostata e delle truppe cristiane d'invasione che le appoggiano - ha riferito Sheik Abdiaziz Abu-Muscab portavoce delle operazioni militari di Shebab - Grazie ad Allah, abbiamo ucciso molti soldati e i combattenti Mujahideen adesso hanno il pieno controllo delle loro roccaforti».

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