Tremonti: "Con diritti perfetti le fabbriche scappano"
Intervento del ministro a Cl. "Nella globalizzazione le pmi inadatte alla competizione con i giganti"
"Una certa quantità di diritti e regole è un lusso che non ci possiamo più permettere: il rischio è di avere i diritti perfetti ma la fabbrica poi va da un'altra parte". Giulio Tremonti lo dice al meeting di Cl a Rimini. L'Europa dovrà rinunciare ai suoi standard elevati di tutela dei lavoratori perché altrimenti le imprese continueranno a delocalizzare in altri continenti. "Una certa quantità di diritti - ha sottolineato il ministro intervenendo al meeting di Cl a Rimini - non ce la possiamo più permettere. Non è il mondo che si può adeguare all'Europa, è l'Europa che si deve adeguare al mondo". Le insidie per l'economia italiana sono nella globalizzazione. Le piccole e medie imprese italiane hanno una taglia non più adeguata alla competizione internazionale tra "giganti", sottolinea il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti. Nell'economia mondiale, ha detto, "la nostra posizione è critica. Le nostre Pmi hanno una dimensione non adatta alla competizione tra giganti che si prospetta". Hanno elementi positivi, "ma forse serve qualcosa in più". "In un mondo dominato da giganti - ha aggiunto il ministro - la nostra dimensione piccola e media è positiva ma non più sufficiente. Competiamo con giganti non uguali a noi, con economie molto diverse da noi, con una struttura e una storia completamente diverse da quelle europee". “La ripresa economica si presenta con margini molti ampi di incertezza, di disomogeneità, di discontinuità". Il Ministro dell'Economia Giulio Tremonti, nel suo intervento non illude il mondo economico italiano. Insomma, per il ministro dell'Economia, in quest'economia globalizzata, anche la ripresa "è terra incognita per i grandi come per i piccoli, a occidente come ad oriente". La globalizzazione, secondo Tremonti, "è la causa della crisi con gli squilibri enormi che ha portato: pensare che la crisi sia dipendente da altro - ha sottolineato il titolare del dicastero di via XX Settembre - è inappropriato". "Per l'Europa - spiega Tremonti - il gong della crisi ha segnato la fine del mondo coloniale: prima potevamo vendere le merci come volevamo, ma oggi non è così, adesso tutto è competitivo, tutto è piano, tutto è simmetrico" Nonostante le avversità, "siamo orgogliosi e convinti della politica che abbiamo fatto", ma “bisogna riaprire il cantiere delle riforme” dice il ministro citando "la sicurezza, per la quale - ironizza - esprimiamo le nostre scuse alla malavita, la scuola e l'università, la pubblica amministrazione, le emergenze, e tra queste la crisi economica". A ogni modo in questa incertezza "credo che possa essere utile rileggere gli scritti di Berlinguer nel '77 sull'austerity". Per Tremonti "un riferimento etico e politico, un ragionamento sulle responsabilità nella politica di bilancio, credo sia la base di riflessione per le politiche di tutta Europa per i prossimi anni". Tremonti sottolinea che bisogna "immaginare tutti insieme una politica che sia mirata allo sviluppo. Il governo ha il dovere di disegnare un software, di disegnare strategie", ma non basta solo il governo, serve "la collaborazione di tutti".