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Il ghiacciaio Similaun non è il luogo di morte di Oetzi

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Sembra che l'uomo vissuto 5300 anni fa, in quel luogo abbia ricevuto solo l'estremo saluto

Tatiana Necchi
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L'uomo vissuto 5300 anni fa potrebbe non essere stato ucciso sul ghiacciaio del Similaun. L'uomo di Oetzi, la cui «mummia di ghiaccio» venne appunto ritrovata sulle Alpi tra Italia e Austria nel 1991, potrebbe aver ricevuto in quel luogo il suo estremo saluto, celebrato qualche tempo dopo la morte. La teoria è opera di uno studio del professor Luca Bondioli, del Museo Nazionale di Preistoria ed Etnologia “Luigi Pigorini” di Roma, pubblicato sulla rivista Antiquity. Nel 2001 un'autopsia aveva stabilito che l'uomo era stato ucciso da una freccia alla spalla sinistra. Cinque anni dopo, una ricerca del primario di patologia dell'ospedale di Bolzano, Eduard Egarter Vigl, precisò che Oetzi morì dissanguato nel giro di pochi minuti dopo essere stato colpito alle spalle da una freccia che entrò nella spalla sinistra, trafiggendo la scapola e danneggiando una grossa arteria. Lo studio del professor Bondioli non contesta questa conclusione, ma sostiene che il corpo di Oetzi venne trasportato sul Similaun, dove venne appunto rinvenuto 20 anni fa, alcuni mesi dopo la sua morte. Il luogo della scoperta, quindi, non sarebbe quello dell'assassinio ma il posto della sepoltura. Basandosi su calcoli degli oggetti appartenuti all'uomo e sepolti con lui, e dispersi nel tempo, gli studiosi sostengono che il corpo proviene da una piattaforma glaciale vicina. Tuttavia la nuova teoria non convince totalmente il professor Frank Ruehli dell'Università di Zurigo, autore della prima autopsia, che afferma:«Il braccio sinistro del corpo è in una posizione strana. Deve esserci rimasto fissato nel momento della morte».

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