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L'Anm contro Alfano. "Processo breve perdita di tempo"

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L'associazione Magistrati boccia il ddl. Ma le maggiori risorse promesse dal ministro convincono anche i finiani moderati

Roberto Amaglio
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Processo breve sì, processo breve no. Processo breve prioritario per l'Italia per evitare le sanzioni Ue, processo breve prioritario per togliere il Premier dai guai. Non si placa la polemica su una delle più contestate proposte di legge avanzate da questo esecutivo e che, dopo il semaforo verde incassato al Senato 8 mesi fa, è pronto a fare il suo ingresso alla Camera. Superando le dichiarazioni di facciata dei vari componenti del Pdl che si limitavano a definire prioritaria la questione, oggi il Guardasigilli Angelino Alfano è entrato nel merito della questione, rilasciando un'intervista al Corriere della Sera. "Non si tratta di un processo breve, così come è stato ribattezzato, ma di un processo certo, o ragionevole durata del processo", ossia un procedimento giudiziario, con tempi certi di svolgimento, dei vari gradi di giudizio, per superare solo nei casi più gravi i sei anni standard e normalizzare una situazione italiana che non ha pari nel resto d'Europa. Per far correre di più la macchina giustizia, tuttavia, serve anche un nuovo motore. Ed ecco appunto gli investimenti straordinari promessi da Alfano. "Noi siamo pronti a investimenti straordinari nel sistema giustizia per adeguare la macchina alle nuove esigenze del processo breve. A tal proposito siamo pronti a incontrare anche subito i magistrati dei principali uffici giudiziari per concordare le scelte organizzative più efficaci". Incontri che dovrebbero iniziare contemporaneamente alla discussione in Parlamento del pacchetto giustizia, ossia il nodo che più di ogni altro rischia di far perdere la maggioranza politica al terzo Governo Berlusconi. L'Anm boccia l'iniziativa – "E' grave e non più tollerabile che in un momento nel quale la giustizia è al collasso e si verificano allarmanti episodi di violenza e minacce si continui a perdere tempo con disegni di legge come quello sul processo breve che nulla ha a che vedere con l'esigenza di affrontare le vere priorità del sistema giustizia e con l'urgenza di contrastare più efficacemente la criminalità organizzata – ha affermato in una nota il presidente dell'Associazione nazionale magistrati, Luca Palamara –. "Il governo non può non farsi carico delle reali emergenze che oggi sono rappresentate dalla corruzione, dalla criminalità organizzata, dalla situazione carceraria, dalla carenza di mezzi e risorse, dalla necessità di informatizzare e snellire le procedure. L'Anm, che rappresenta la quasi totalità dei magistrati italiani, piaccia o non piaccia al ministro Alfano, è stata, è e sarà interlocutor e ineludibile di ogni governo e, nell'interesse di tutti i cittadini, continuerà a formulare proposte serie, concrete e precise". Idv con l'Anm, Fli possibilisti – La dura presa di posizione dell'Associazione Nazionale Magistrati è sposata al 100% dall'Italia dei Valori di Antonio Di Pietro. Invece dai finiani arriva un'inaspettata apertura. Silvano Moffa, uno dei finiani moderati, ha spiegato a “Il Giornale” come Futuro e Libertà non bocci a prescindere la proposta del Governo sul Processo breve. "La questione fondamentale è che la Corte dei diritti dell'uomo ha condannato ripetutamente il nostro Paese per i processi lumaca. Ma bisogna creare le condizioni perché i processi si possano fare, quindi ben vengano gli investimenti straordinari promessi dal ministro. Se così non fosse, si rischierebbe di incorrere nello spacchettamento dei provvedimenti: il processo breve sciolto dal resto verrebbe percepito come una legge ad personam".

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