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Cile, i minatori bloccati parlano al telefono con i famigliari

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Sono iniziate oggi le operazioni di scavo per il tunnel di salvataggio. I lavori potrebbero durare anche 4 mesi

Tatiana Necchi
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Per la prima volta dopo tre settimane i 33 minatori cileni intrappolati in una miniera del nord del paese sono riusciti a parlare al telefono con i loro cari. Il tutto è riuscito grazie delle cabine telefoniche speciali. Come riporta il sito web della Bbc, i minatori intrappolati hanno potuto parlare un minuto ciascuno con i propri famigliari: gli psicologi avevano suggerito loro di mostrare ottimismo e di cercare di non cedere alla commozione. Fisicamente i minatori sono apparsi in buone condizioni. Alcuni hanno forti irritazioni alla pelle a causa dell'alta temperatura della miniera e dell'umidità. Intanto oggi all'alba è iniziata la perforazione del pozzo di salvataggio di 700 metri di profondità per tentare di recuperarli. La notizia è stata data dall'ingegnere che coordina i lavori, Andr Sougarret: un trapano gigante, Strata 950, di progettazione australiana «è in procinto di essere installato abbiamo intenzione di cominciare all'alba con questo macchinario», ha affermato. Poi ha precisato che «la condotta che va al rifugio scenderà a 702 metri in linea retta» e ha confermato che per la perforazione saranno necessari dai tre a quattro mesi. Il pozzo, di 66 centimetri di diametro, deve permettere di far uscire 33 minatori, bloccati da 23 giorni dopo una frana avvenuta lo scorso 5 agosto nella miniera d'oro e di rame di San José, che si trova a 800 chilometri da Santiago.

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