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Guatemala, valanga di fango: 42 morti e 23 dispersi

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Il presidente Colom dichiara: "Non abbiamo fondi per far fronte a un'altra catastrofe"

Tatiana Necchi
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A quattro mesi di distanza dal passaggio della tempesta tropicale Agatha, che ha provocato la morte di 165 persone, il Guatemala si trova di nuovo in una brutta vicenda. Una valanga di fango ha travolto, sabato, un centinaio di persone che stavano cercando di portare in salvo i passeggeri di un pullman rimasto intrappolato per via di una precedente frana.   L'ultimo bilancio fornito dalle autorità locali è di 42 morti e 23 dispersi: ma oltre 40mila cittadini sono rimasti coinvolti e hanno subito conseguenze più o meno gravi. Ieri il presidente Alvaro Colom, facendo riferimento alla tempesta tropicale del mese di maggio, ha detto: "È una tragedia nazionale. Ci sono stati danni comparabili a quelli di Agatha”. Il capo dello stato ha decretato lo stato d'emergenza poiché il paese "non ha fondi per far fronte a un'altra catastrofe come quella di Agatha". Secondo Colom, servirà almeno mezzo miliardo di dollari per affrontare la situazione. I lavori di ricerca di una ventina di persone, che sarebbero sepolte sotto il fango, si sono interrotte a causa della pioggia, che è tornata a battere su tutto il territorio. Troppo elevati, secondo i soccorritori, i rischi di nuove frane e smottamenti. Mario Cruz, portavoce dei vigili del fuoco ha confermato: "L'area non è sicura. È possibile che si producano nuove frane sulla collina". Intanto le autorità hanno intanto evacuato 24mila persone per portarle in luoghi più sicuri. In totale sono 30mila circa i residenti minacciati dalle conseguenze delle forti piogge.

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