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Maroni chiede all'Europa sanzioni anche per i cittadini comunitari

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L'Italia al fianco della Francia sulla politica del rimpatrio in cambio di somme di denaro

carlotta mariani
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Il ministro dell'Interno Roberto Maroni chiede aiuto all'Ue per combattere l'immigrazione clandestina. Al seminario ministeriale sul tema dell'asilo e della lotta all'immigrazione irregolare che si è svolto a Parigi, Maroni ha sottolineato l'importanza di “un sistema europeo uniforme da un punto di vista legislativo” e il bisogno di “solidarietà tra tutti i paesi dell'Unione europea per meglio gestire un fenomeno europeo". Il ministro ha definito l'Unione Europea come “un luogo di accoglienza per coloro che fuggono da scenari di guerra e cercano protezione” ma ha anche ricordato l'esistenza della direttiva europea n.38 del 2004 che stabilisce le regole della libera circolazione dei cittadini. “Si tratta di condizioni precise che spesso non vengono rispettate” ha aggiunto Maroni secondo cui “il problema è che i Paesi membri oggi non hanno strumenti per farle osservare”. Per questo il ministro chiederà alla Commissione Europea, nel prossimo incontro “di prevedere sanzioni che consentano l'espulsione e il rimpatrio” anche di quei cittadini comunitari che non rispettino le norme previste dalla direttiva 38. Maroni ha difeso il tentativo italiano e francese di incoraggiare il ritorno volontario di alcuni cittadini comunitari verso i loro Paesi in cambio di somme di denaro che consentano il rimpatrio. "L'Italia ha preso in questi due anni importanti iniziative per contrastare l'immigrazione clandestina - ha poi ricordato il responsabile del Viminale. Un esempio, è l'accordo Italia - Libia del 2008 che ha fatto passare “gli sbarchi clandestini sulle coste italiane da 30mila a soli 400 casi". La questione rimane però aperta. Secondo il ministro “ci sono nuove rotte da parte di bandi di trafficanti di esseri umani come l'aumento di flussi dalla Turchia”.

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