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Classifica atenei: 2 università italiane tra i primi duecento

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Al primo posto della Qs World University Ranking c'è Cambridge che scavalca Harvard, detentrice del titolo dal 2004

Tatiana Necchi
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Ecco che come tutti gli anni viene stilata la Qs World University Ranking ossia una graduatoria degli atenei che misura la qualità della ricerca, l'occupabilità dei laureati, le risorse dedicate all'insegnamento e l'impegno per l'internazionalizzazione, usando una combinazione di sondaggi di opinione e dati, incluse le citazioni da Scopus, il più esteso database al mondo di pubblicazioni accademiche. Lo scorso anno c'era soltanto l'ateneo di Bologna, in 176esima posizione. Quest'anno si è aggiunta La Sapienza di Roma, classificata 190esima e che recupera ben 15 posizioni. Questa doppietta migliora, anche se di poco, la complessiva performance delle università italiane che nella classifica si trovano soltanto se prendiamo in considerazione le prime 200 migliori. Sul primo gradino del podio della prestigiosa graduatoria, diffusa oggi da Londra e giunta alla settima edizione, c'é Cambridge che quest'anno scippa il trofeo ad Harvard, dal 2004 semrpe in vetta. Il Nuovo Continente ha dovuto, per la prima volta nella storia della classifica, cedere il passo al Vecchio. Se però guardiamo tra le top 500, sono ben 15 le università italiane nella classifica: due in più rispetto lo scorso anno (l'ateneo di Milano e quello di Torino), ma soltanto una è del Sud, la Federico II di Napoli, che si piazza al 401mo posto dimostrando di aver migliroato decisamente la propria prestazione visto che nel 2009 figurava in 451esima posizione. Gli altri atenei del Bel Paese che meritano una menzione, sia pure in una top allargatissima, sono l'università di Padova (261mo posto ora, 312 nel 2009), il Politecnico di Milano (295, l'anno scorso 286), le università di Pisa (300, 322), Firenze (328, 377), Pavia (363, 412). Dieci atenei del nostro Bel Paese hanno migliorato la propria posizione nella graduatoria. Ma questo trend è visibile anche in altri paesi europei, specie in Germania. «I governi europei - commenta John O'Leary, membro esecutivo del Qs Academic Advisory Board - hanno incoraggiato la comunità accademica a essere più attiva e aperta a collaborazioni internazionali, anche in risposta ai rankings. Questo maggior scambio è risultato in un maggior numero di citazioni e in un punteggio più elevato nel sondaggio di opinione per un gran numero di prestigiose università europee». «E in questi tempi di incertezza economica - aggiunge Ben Sowter, responsabile ricerca Qs - è rassicurante per gli studenti sapere che le migliori duecento università sono anche le favorite dai recruiter. Una laurea conseguita presso una università di reputazione internazionale resta il percorso migliore per entrare con successo nel mondo del lavoro».

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