Pil, Ue rivede le stime al rialzo
Nel 2010 l'Europa cresce grazie alla Germania. In Italia +1,1%. Previsioni invariate sull'inflazione. Ma L'Ocse avverte: "La ripresa è lenta"
L'Unione europea fa un passo indietro e rivede al rialzo le stime sul Pil europeo e italiano. In Europa si prevede per il 2010 un aumento pari al+1,8% contro il +1% stimato nelle precedenti previsioni di maggio. A trainare la ripresa è la Germania, per la quale la Commissione ha quasi triplicato la previsione di crescita: +3,4% contro +1,2% stimato a maggio. Anche il dato dell'Eurozona beneficia di questo miglioramento ed è previsto in crescita dell'1,7% (+0,9% secondo le stime di primavera). Italia - Secondo le previsioni della Commissione europea, il Pil italiano aumenterà dell'1,1% nel 2010, contro il +0,8% stimato a maggio. Nel 2009 il Pil è sceso del 5%; la crescita trimestrale dei primi due periodi 2010 è stata dello 0,4% rispettivamente, mentre la previsione Ue per il periodo luglio/settembre è del +0,5% e per l'ultimo trimestre 2010 del +0,2%. "La moderata ripresa dell'economia italiana sarà guidata soprattutto dal settore industriale, grazie al recupero dell'export dopo il collasso del 2009". Il mercato del lavoro resta però "fragile" e questo peserà "sulle dinamiche dei consumi privati". Ripresa fragile - La crescita è stata particolarmente forte nel secondo trimestre (+1% in Ue ed Eurozona) e maggiormente alimentata dalla domanda interna rispetto al previsto. Nonostante ciò, "la ripresa resta fragile, l'incertezza importante e l'evoluzione disomogenea fra gli Stati membri". Secondo il commissario agli Affari economici e monetari Olli Rehn, "l'economia europea è chiaramente sulla via della ripresa, più decisamente di quanto previsto a primavera, e il miglioramento della domanda interna è di buon auspicio per il mercato del lavoro. Rimangono tuttavia delle incertezze": per questo, secondo Rehn, "la salvaguardia della stabilità finanziaria e il proseguimento delle politiche di risanamento dei bilanci pubblici restano le priorità essenziali". Per quanto riguarda l'inflazione, le previsioni sono rimaste invariate (+1,8% nell'Ue, +1,4% nell'Eurozona). L'Ocse torna a lanciare segnali sconfortanti sulle prospettive economiche dell'Italia. "In Canada, Francia, Italia, Regno Unito, Cina e India - afferma l'ente parigino in un comunicato - vi sono crescenti segnali di un tasso di crescita economica più lenta sui mesi a venire rispetto a quanto atteso il mese scorso". A livello generale il Composite leading indicator sull'intera area Ocse ha mostrato un calo di 0,1 punti a luglio rispetto al mese precedente, mentre nel confronto su base annua il suo progresso si è ridotto a 7 punti. Sull'Italia sempre a luglio il superindice è calato di 0,2 punti, mentre il tasso di variazione su base annua si è ridotto a 3,5 punti. La tendenza all'indebolimento è generalizzata: segnali netti di frenata si registrano anche in Giappone, Stati Uniti e Brasile. Inoltre indicazioni di possibile moderazione sono giunte anche da Germania e Russia. Sull'insieme del G7 il sperindice ha segnato un calo di 0,2 punti, mentre la variazione annua si è ridotta a 7,5 punti.