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Minatori cileni, si rompe la trivella per scavare il tunnel

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Tempi sempre più lunghi per tirare fuori gli uomini sepolti vivi a 700 metri sotto terra. E dopo i pasti caldi arrivano le sigarette

Tatiana Necchi
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Problemi per il salvataggio dei 33 minatori intrappolati dal 5 agosto a 700 metri sotto terra nella miniera di San José a nord del Cile. La trivella, quella del cosiddetto Piano B ossia quello che prevede uno scavo per una galleria di 30 centimetri di diametro e che questa venga poi allargata a 60 centimetri per poter permettere ai minatori il passaggio, si è bloccata dopo che il martello si è rotto su una roccia particolarmente dura, a 268 metri di profondità. I soccorritori stanno tentando di rimuovere i pezzi rotti con un magnete ma è possibile che la scavatrice Schramm T-130 debba riprendere lo scavo in un punto diverso, allungando così il tempo di salvataggio che già era previsto in 4 mesi. Sembra invece che stia avanzando senza problemi, il Piano A, con la scavatrice Strata 950 che ha raggiunto una profondità di 231 metri sui 700 necessari per raggiungere i minatori. Ma c'è anche un'altra novità: dopo le riprese televisive, la conversazione al telefono con i famigliari e il pasto caldo ecco che son arrivate anche le sigarette: fino a quel momento non era stato concesso loro di fumare ma ora il sistema di ventilazione è stato sistemato. Per questo sono stati calati dei pacchetti di sigarette: per la precisione ne saranno mandati due al giorno che dovranno dividersi. Un compito davvero difficile considerato che quando il 22 agosto furono individuati dopo 17 giorni senza alcun contatto col mondo esterno, la prima richiesta è stata proprio quella di sigarette. Finora si erano dovuti accontentare di cerotti e gomme da masticare alla nicotina.

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