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Napolitano: "Serve il rilancio culturale e morale della politica"

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Parlando con i giovani, il presidente della Repubblica ricorda "la stagione bellissima della Liberazione" e auspica un ritorno a quel "clima di grande slancio"

Eleonora Crisafulli
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"Bisogna che ci sia un clima di rilancio culturale e morale della politica". Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, risponde alle domande dei giovani che partecipano al Giffoni Film Festival  a Salerno, parla di politica e ricorda gli anni successivi alla Seconda guerra mondiale. "Se pensate alla scelta politica di quelli che come me avevano 20 anni nel 1945 all'indomani della liberazione, quando c'era da un lato il peso terribile dell'eredità del fascismo, di un paese distrutto e bisognava ricostruire le condizioni del vivere collettivo, bisognava ricostruire le istituzioni e la democrazia", ecco "allora veramente c'è stato molto slancio e si è vissuta una stagione dura, non è stata facile, ma bellissima e si era molto motivati e credo che questo gli elettori lo capissero erano loro stessi motivati a partecipare e trovavano tra chi chiedeva il loro voto quelli che riflettevano lo stesso spirito".  Adesso, secondo Napolitano, pur non potendo fare confronti, bisogna ricostruire "qualcosa di simile, bisogna che ci sia un clima di rilancio culturale e morale della politica. Naturalmente la politica e anche pratica quotidiana e soluzione dei problemi concreti ma ci deve essere molto spessore culturale e ci deve essere moralità". Meno egoismo - Raggiungere obiettivi comuni e risolvere comuni problemi è possibile anche tra chi viene da culture diverse o che ha abbracciato idee contrapposte. "Quando si coopera tra persone diverse, con storie diverse, l'essenziale è capire quali sono i problemi e gli interessi comuni. Si tratta di scegliere gli obiettivi da raggiungere e raggiungerli insieme". Per Napolitano non serve un miracolo, "basta spogliarsi dello spirito di partigianeria e talvolta anche di qualche egoismo e meschinità". Scuola -  Il capo dello Stato ha poi affrontato con i ragazzi le tematiche relative alla crisi del sistema scolastico: "Servono più risorse per la scuola ma anche più qualità in termini di attività formative e impegno a produrre buoni risultati. Certo dipende dalle risorse, dagli ordinamenti ma anche dagli insegnanti. Non dimentichiamo che nella Costituzione della Repubblica - ha aggiunto Napolitano - ci si riferisce ai capaci e ai meritevoli, cioè la costituzione indica una strada che e quella di di conoscere e incoraggiare il merito, chi si applica di più e chi realizza di più e bisogna andare avanti in questa direzione". Voto anticipato - Ieri il presidente della Repubblica ha dichiarato di condividere la decisione del premier di andare avanti fino al termine della legislatura. Dopo giorni di silenzio, Napolitano ha espresso "apprezzamento per le dichiarazioni fatte da Silvio Berlusconi di voler andare fino alla prosecuzione" della legislatura e per "il rilancio dell'attività di governo". Nel suo discorso al Teatro Augusteo a Salerno, il capo dello Stato ha precisato:  "Il fatto che negli ultimi giorni si sia manifestata crescente fiducia nella possibile prosecuzione dell'attività governativa e parlamentare segna per me, sia chiaro, un'evoluzione auspicabile e costruttiva". D'altra parte il ricorso al popolo - in questo caso al voto anticipato - "non è un balsamo per ogni febbre". Polemica allusiva - Napolitano ha approfittato dei microfoni per rispondere alle critiche dei mesi scorsi: "Avevo a metà agosto suggerito alla riflessione di tutte le forze politiche precisamente l'interrogativo su quali potessero essere le conseguenze per il Paese del precipitare della situazione verso un vuoto politico e verso un durissimo scontro elettorale. Questa doveva essere, come sempre è stata, la preoccupazione del presidente della Repubblica, per il quale attenzione ai problemi e agli interessi generali del paese e garanzia di continuità della vita istituzionale fanno un tutt'uno", ha spiegato Napolitano: "Si sono invece succeduti per settimane, ogni giorno, interventi orientati in tutt'altro senso, in allusiva polemica (allusiva e non sempre garbata) nei miei confronti". "Si è mostrato stupore per il fatto che il presidente della Repubblica non apparisse pronto, con la penna in mano, a firmare un decreto di scioglimento delle Camere". Ma chi invoca simili cose "trascura" il valore della stabilità e la necessità di "regole" perché la vita di un Paese sia feconda.

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