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Veltroni dentro e fuori dal Pd

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L'ex leader della sinistra è incerto sul suo futuro in politica: "Intendo tenere viva l'idea del partito così com'è nato. Ma senza richiedere ruoli"

Eleonora Crisafulli
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Mentre nella maggioranza si fanno i conti sulla tenuta del governo, il Pd è agitato dalle dichiarazioni di Walter Veltroni. L'ex leader del centrosinistra non intende richiedere ruoli all'interno del partito, ma appare un po' confuso. Ammette di sentirsi "dentro e fuori" il Pd, pur volendo mantenere viva l'idea del partito "così come è nato". "Dentro e fuori, perché io sono così, sono rimasto così, e continuo a essere convinto che una tavolozza a più colori sia più simile alla realtà della vita delle persone. Quello che intendo fare, e lo farò, tenere viva l'idea del Pd così com'è nato. Senza richiedere ruoli". Ingiustizie e vigliaccherie - Veltroni si toglie qualche sasso dalla scarpa in un'intervista esclusiva a Gioia. Torna sulla sconfitta del 2008 e sulle dimissioni del 2009: "Ho registrato ingiustizie e vigliaccherie. Fossi stato più giovane ne avrei sofferto". Poi si consola: "Ultimamente ho girato l'Italia per partecipare alle feste del Pd. E ho misurato un affetto più grande di prima. Rivedere i luoghi della mia campagna elettorale e ripensare a quelle piazze piene, a quella passione, fa male. Ma so di essere arrivato fin dove era possibile arrivare, di aver conquistato il risultato migliore della storia del riformismo italiano e di averlo fatto nel momento più difficile, dopo l'esperienza dell'Unione e delle sue intollerabili divisioni". Allargando lo sguardo, Veltroni parla della crisi politica in corso e sostiene che il ricorso alle urne non sia la soluzione migliore: "Bisogna affrontare l'emergenza economica, cambiare la legge elettorale, far decantare la situazione, creare le condizioni per un confronto tra due schieramenti alternativi civili. E, tra un anno, andare al voto". Poi Veltroni, "fuori o dentro" che sia dalla politica, indica anche la linea da seguire: "Giorni fa il Papa, parlando ai giovani, ha detto che il posto fisso non è tutto. Non sarà tutto, ma è abbastanza. Penso che si debba ripartire da lì: i giovani devono avere diritto a un posto di lavoro fisso, dall'inizio della loro carriera, con un sistema crescente di tutele. Non è vita quella di chi cresce senza alcuna certezza per il proprio futuro".

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