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Miccichè, "sono incompatibile con La Russa". Vizzini, "avrebbe dovuto pensarci prima"

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Il sottosegretario lascia il Pdl e fonda il Partito del popolo siciliano, sempre fedele a Berlusconi. Vizzini: "il Pdl non è un partito-spezzatino"

carlotta mariani
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"Me ne vado dal Pdl e fondo un nuovo partito". Così Gianfranco Miccicchè, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, in un'intervista al Corriere della Sera. Il partito “è incompatibile con i siciliani e io sono incompatibile con La Russa” ha spiegato. “Mio padre non mi avrebbe mai permesso di invitarlo a casa. E' volgare e violento. Un fascista autentico". Nuovo partito - Il desiderio di Miccichè è fondare “un vero partito del Sud”. Si chiamerà “Partito del popolo siciliano, domani battezziamo il gruppo autonomo in consiglio regionale" ha aggiunto il sottosegretario. Con lui, si dovrebbero schierare “sei deputati regionali sicuri e stanno per diventare di più”. Miccichè  è ottimista sulla sua formazione che, alle prossime regionali in Sicilia, potrà “prendere il 20%, metà dell'elettorato del Pdl, che era al 40”. Il politico, promotore di Forza Italia nell'isola e artefice del trionfo siciliano del centrodestra nel 2001, con questa azione non vuole negare il suo passato e la fiducia nel premier: “sono più berlusconiano di Berlusconi: non lo tradirò mai”. Anzi, ha sottolineato che il suo è un favore che fa al leader del Pdl “e alla Lega perché, se si va al voto, levo a Fini e Casini la possibilità di pescare nel Sud”. Questa mattina, sul suo blog, Maccichè ha sottolineato che non chiederà "a nessuno di uscire dai gruppi del Pdl di Camera e Senato. In Parlamento noi siamo nel Pdl e ci restiamo. In Sicilia facciamo il partito del popolo siciliano, perchè convinti che sia la strada giusta per quella rivoluzione siciliana che non si è ancora compiuta, anzi non è nemmeno cominciata". Risposta di Vizzini - Dura la risposta del presidente della commissione Affari costituzionali del senato, Carlo Vizzini all'annuncio di Maccichè. "Pensare che un grande partito popolare come il Pdl possa diventare un partito-spezzatino, è un errore politico e un'offesa al presidente Berlusconi". Secondo Vizzini poi, l'incopatibilità con il ministro della Difesa doveva venire fuori  "prima di fare un'elezione nazionale, un congresso nazionale di partito e di entrare nello stesso governo". Il presidente difende La Russa dalle accuse dell'ex sottosegretario alla Presidenza del Consiglio. "Siamo nel 2010 - conclude Vizzini - e dare del fascista a La Russa è un'autentica sciocchezza così come lo sarebbe dare del comunista di lotta continua a Miccichè".

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