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Pedinamenti e intrusioni. Qualcuno spia la Santanchè

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di Gianluigi Nuzzi - C'è chi la indica come una delle menti del presunto complotto anti-Fini. La realtà è che è lei a essere sotto controllo. Ad agosto un uomo misterioso è entrato in casa sua

Tatiana Necchi
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di Gianluigi Nuzzi - Su una cosa Gianfranco Fini e i suoi fedelissimi hanno ragione da vendere. In questa storia qualche 007 deve per forza aver giocato un ruolo per mischiare le carte. E far calare una nebbia sull'inquietante storia della casa di boulevard Princesse Charlotte che dalla contessa Colleoni finì ad An e oggi è abitata dal “cognato” più conosciuto d'Italia, Giancarlo Tulliani. Da qualche giorno, infatti, alcuni giornali, come Repubblica, e finiani di ferro indicano in Daniela Santanché uno degli attori del giallo dell'estate o, meglio, una delle persone che avrebbe manomesso la verità per incastrare Fini nello scandalo di Montecarlo. Il cronista Giuseppe D'Avanzo, ad esempio, l'ha indicata come colei che da Berlusconi passa ai giornali l'ormai famosa lettera con la quale il ministro di St. Lucia conferma al suo premier che la società offshore è di Giancarlo Tulliani. Ma che c'entra la Santanchè? Perché tirarla in ballo? La signora, è bene dirlo, è proprietaria di Visibilia, la concessionaria che segue la pubblicità sia per noi di “Libero” sia per “Il Giornale”. Attività che di per sé non è criminale, ma che in taluni risulta un indizio “grave e convergente” di possibile attività mistificatoria. In realtà la storia è tutta diversa e lo dimostrano non le suggestioni ma una catena di fatti inquietanti che hanno segnato l'estate e che finora sono rimasti fuori dallo spettro delle cronache.  Una catena di fatti che dimostra come qualcuno cercava di raccogliere elementi ricattatori e informazioni sulla vita, le attività, gli interessi della signora. Con attività di perquisizione, pedinamento, intercettazione della vita quotidiana che in un paese normale dovrebbero destare scandalo. Ma dato che riguardano un membro del governo per taluni sono evidentemente normali o doverose. Quest'estate, infatti, meglio, nel mese di agosto, la Santanchè prende in affitto una villetta con giardino a Forte dei Marmi. La politica-imprenditrice possiede la maggioranza del bagno Twiga che raccoglie il vippame pendolare con Milano prima delle vacanze. Le giornate e i fine settimana scivolano via tranquilli. La scorta della signora, agenti della polizia di Stato in forza alla questura di Fatebenefratelli, seguono passo a passo senza evidenze di rilievo.  Tutto cambia, tutto peggiora, tutto si fa misterioso poco prima di Ferragosto. Mentre la signora con amici e familiari prende il sole in spiaggia, verso le 15-15.30 accade il primo stravagante episodio. La governante e la cameriera che stavano sistemando la casa dopo il pranzo scoprono un individuo in casa. L'uomo sta frugando nella stanza da letto della parlamentare. Nella stanza c'è anche il computer portatile quando viene scoperto. Butta lì una scusa per guadagnare tempo, «Pensavo fosse un albergo», guadagna la porta-finestra dalla quale con ogni probabilità era entrato e sparisce.  La Santanchè torna a casa allarmata, sporge denuncia ai carabinieri di Forte dei Marmi che convocano e interrogano i dipendenti. Mostrano loro delle foto di individui per riconoscere l'intruso. Lui è un quarantenne atletico, capelli corti, vestito in modo elegante. Insomma, nulla a che fare con i topi di appartamento, spesso rumeni o zingari, che danno l'assalto alle case della Versilia. Parla perfettamente italiano, non ruba niente, è interessato al pc del politico. Perché? Di chi si tratta? Mistero. L'episodio rimane oscuro ma non deve guastare le giornate eppure la scorta della Santanchè entra in fibrillazione. Così da quanto risulta a “Libero” altri due episodi finiscono nelle annotazioni di servizio. L'auto del parlamentare viene seguita sia da uno scooter sia da un'auto di piccola cilindrata. Gli agenti segnalano le targhe alla questura. Dai primi accertamenti, il proprietario risulta lo stesso soggetto. Sulla sua identità c'è il segreto investigativo. Prima di lasciare Forte dei Marmi, ancora un altro pedinamento. La signora sta cenando al ristorante del Twiga quando un paio di agenti decidono di compiere un controllo all'esterno lungo il perimetro del locale. A distanza scorgono un altro soggetto appostato che segue i movimenti del parlamentare. Quando li nota fugge via. Chi segue gli spostamenti della Santanchè? Non si sa. Di certo indagano i carabinieri di Forte e la Digos di Milano. E che si tratti di un'attività pianificata, organizzata, meticolosa lo si scopre anche dieci giorni dopo. Stavolta siamo a Cortina, Daniela Santanchè partecipa a Cortina Incontra, la kermesse di appuntamenti estivi di Jole ed Enrico Cisnetto. La serata è dedicata al governo, sotto il tendone  affollato di gente la scorta minitora il pubblico ma a un certo punto sparisce.  Se ne accorgono anche alcuni collaboratori di Cisnetto che ne parlano con alcuni parlamentari presenti. Dove sono andati?  Presto detto. Hanno ricevuto una telefonata allarmata dal figlio della Santanchè che era rimasto a casa con un'amica, come risulta dalle annotazioni di servizio. Il ragazzo di 14 anni ha sentito dei rumori fuori dalla porta. Qualcuno ha cercato di forzare la serratura dell'ingresso terrorizzando il giovane che ha provato prima a chiamare la madre, evidentemente, e poi gli angeli custodi. Davanti alla porta chi è fuggito ha lasciato in confusione le pelli, bastoni e ombrelli appese ai portabiti.  L'indomani gli agenti hanno la sensazione di essere pedinati ma le indagini sono ancora riservate. Da parte sua, il sottosegretario non commenta la vicenda ma evidente che qualcuno nel mese d'agosto, in pieno scandalo Tulliani, l'ha pedinata cercando di verificare le sue mosse. Perché? Forse per predisporre quella controffensiva che oggi domina alcuni commenti di un Fini smentito dai documenti di Santa Lucia?

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