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Obama mette le spie in Internet

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Nel 2011 il Congresso discuterà una legge per poter intercettare i fruitori del Web. "Lo usano i terroristi"

Roberto Amaglio
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Internet finisce nel mirino della Casa Bianca. Sostenendo come la rete favorisca i contatti tra i terroristi e faciliti lo scambio di informazione tra gli stessi, l'amministrazione di Barack Obama sta preparando una legge per permettere l'intercettazione di tutte le comunicazioni via Internet. Ad affermarlo è il New York Times, spiegando che l'Fbi e i responsabili della sicurezza nazionale premono da tempo per una legislazione che obblighi tutti i fornitori di servizi sul Web a dotarsi di tecnologie che permettano le intercettazioni nel caso siano richieste. Nella "rete" della nuova legge (se sarà varata dal Governo) finiranno tutti i servizi online: da Facebook ai software peer-to-peer, passando per le mail criptate inviabili via BlackBerry, senza dimenticare Skype, il servizio che permette di telefonare al costo dell'abbonamento a Internet in qualunque parte del mondo. La proposta, che dovrebbe essere sottoposta al Congresso il prossimo anno, è quella di giungere ad una legge sulla falsariga del provvedimento che nel 1994 impose alle compagnie di telefonia mobile di dotare le loro tecnologie di sistemi per l'intercettazione delle comunicazioni dei sospetti. Seppur ancora al vaglio, sembra che la proposta di legge si baserà su tre capisaldi: un sistema di decriptazione per i servizi di comunicazione che permettono lo scambio di messaggi criptati, installazione di strumenti per le intercettazioni per i fornitori esterni che operano negli States e sviluppo di programma per intercettare le comunicazioni peer-to-peer. Non è chiaro però come il governo americano potrà regolare i servizi che hanno sede e server oltreoceano, quindi non presenti negli Stati Uniti, e i programmi "freeware", costruiti unicamente con il lavoro collettivo di più volontari. Tali voci, tuttavia, hanno già sollevato nuove preoccupazioni e dubbi sulla vecchia questione di come bilanciare la necessità di sicurezza con quella della privacy. James X. Dempsey, vicepresidente di un'organizzazione che si chiama Centro per la Democrazia e la Tecnologia, ha detto che la legge avrebbe "enormi implicazioni" e sfiderebbe "gli elementi fondanti della rivoluzione di internet". Tuttavia a premere in questa direzione sono l'Fbi e gli altri servizi di sicurezza, convinti che sia sempre più difficile intercettare le comunicazioni di sospetti criminali e terroristi, i quali ricorrono sempre più al Web. "Parliamo di intercettazione autorizzate legalmente – spiega Valerie Caproni, consigliere legale dell'Fbi –. Non vogliamo espandere la nostra autorità".

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