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I vescovi: "Siamo angustiati per l'Italia"

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Il presidente della Cei Bagnasco manifesta apprensione per i conflitti politici insanabili che affliggono il Paese

Eleonora Crisafulli
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I vescovi sono "angustiati per l'Italia", per le "discordie personali che, diventando presto pubbliche, sono andate assumendo il contorno di conflitti apparentemente insanabili". A sostenerlo è il presidente della Conferenza episcopale italiana, Angelo Bagnasco, secondo cui  è arrivato il momento di "deporre realmente i personalismi, che mai hanno a che fare con il bene comune e di mettere in campo un supplemento di reciproca lealtà e una dose massiccia di buon senso per raggiungere il risultato non di individui, gruppi o categorie, ma del Paese". "Nel nostro animo di sacerdoti, siamo angustiati per l'Italia", ha detto il cardinale in un passaggio della sua prolusione al Consiglio permanente della Cei. "E' anche il nostro Paese, vi sono radicate le nostre Chiese, ci vivono i nostri fedeli, da secoli vi risuona il Vangelo, con il quale saremmo pronti a dare la nostra stessa vita. Anche a noi è capitato di vivere, nell'ultimo periodo, momenti di grande sconcerto e di acuta pena per discordie personali che, diventando presto pubbliche, sono andate assumendo il contorno di conflitti apparentemente insanabili; e questi sono diventati a loro volta pretesto per bloccare i pensieri di un'intera Nazione, quasi non ci fossero altre preoccupazioni, altri affanni". L'apprensione è per l'Italia "concreta, fatta di persone e comunità, ricca di risorse umane, avvezze a lavorare senza il timore della fatica, capaci di intraprendere e di creare, di applicarsi senza tregua, con fantasia e dedizione. Nazione generosa e impegnata, che però non riesce ad amarsi compiutamente, facendo fruttare al meglio sforzi e ingegno; che non si porta a compimento, in particolare in ciò che è pubblico ed è comune. Anche l'innegabile influsso di una corrente di drammatizzazione mediatica, che sembra dedita alla rappresentazione di un Paese ciclicamente depresso finisce per condizionare l'umore generale".

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