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Pechino sul Nobel per la Pace: "E' stato premiato un criminale"

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Per il governo cinese la premiazione di un dissidente è un grave attacco dei politici del mondo alla Cina

Eleonora Crisafulli
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Il premio Nobel per la pace è stato assegnato a un "criminale". La decisione di premiare il dissidente, in carcere per "istigazione alla sovversione",  è una "mancanza di rispetto nei confronti del sistema giudiziario cinese",  è "un attacco dei politici del mondo alla Cina", che fa "dubitare delle motivazioni del comitato per il Nobel. Ma se stanno cercando di cambiare il sistema politico cinese...hanno chiaramente sbagliato i calcoli". Così il portavoce del ministro degli esteri cinese, Ma Zhaoxu, ha ribadito ancora una volta il disaccordo di Pechino sulla premiazione di  Liu Xiaobo, condannato a 11 di reclusione in una prigione del nordest della Cina. Intanto Liu Xia, moglie del Nobel, dalla settimana scorsa è guardata a vista dalla polizia. Dopo aver visitato sotto scorta il marito in carcere, si trova ora agli arresti domiciliari nella sua residenza di Pechino. Il Centro per l' informazione sulla democrazia e i diritti umani di Hong Kong,  è riuscito a mantenere un contatto con la donna. Liu Xia spera che il marito possa essere scarcerato e si augura, che se ciò non dovesse accadere, possa essere lei stessa a ritirare il premio a dicembre in Norvegia. Oggi l'Ambasciata americana a Pechino ha chiesto alla Cina di "mettere fine alle restrizioni" alla libertà di Liu Xia. Ieri la polizia aveva bloccato una delegazione dell'Unione Europea che voleva incontrare la donna. Il comitato norvegese del Nobel ha affermato di aver assegnato il premio a Liu, un professore di letteratura di 54 anni, per "i suoi sforzi costanti e non violenti in favore dei diritti dell' uomo in Cina".

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