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Sarah, gli inquirenti cercano i complici

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Troppe ombre sul giallo di Avetrana: si indaga su versioni contrastanti di Misseri e della figlia, auricolari e telefonino

Eleonora Crisafulli
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Il corpo di Sarah Scazzi è stato trovato. L'assassino ha confessato. Ma manca ancora qualche tassello per completare il puzzle del giallo di Avetrana. Gli inquirenti cercano eventuali complici. Michele Misseri, lo zio che ha commesso l'omicidio, forse non agì da solo in quel tragico pomeriggio di agosto. Forse più persone hanno aiutato l'assassino a occultare il cadavere. I dubbi - L'ipotesi degli inquirenti ruota attorno a quattro elementi ritenuti fondamentali: il telefonino di Sarah, rimasto in macchina di Misseri per tre giorni e poi fatto ritrovare semibruciato in un podere dopo 34 giorni; la sparizione degli auricolari del cellulare che Sarah aveva al momento dell'uscita di casa, cui Misseri non fa alcun cenno; la deposizione di Sabrina in contrasto con quella del padre reo confesso e quella dell'amica Mariangela Spagnoletti, con cui Sarah e la cugina sarebbero dovute andare al mare. Ma soprattutto i risultati degli esami autoptici. Autopsia - Dai primi accertamenti del prof. Luigi Strada è emerso che Sarah è andata in stato di choc appena lo zio ha cominciato a stringerle la corda attorno al collo: la ragazzina ha subito perso i sensi e poco dopo è caduta. La quindicenne quindi non ha avuto il tempo di rendersi di conto di quanto stava avvenendo. Resta da verificare l'avvenuta violenza sessuale, ma la permanenza del corpo in acqua per 41 giorni potrebbe non aver lasciato tracce. Intanto, il sindaco di Avetrana ha deciso di realizzare subito una tomba-monumento per Sarah nel vecchio cimitero del paese, senza aspettare il completamento della nuova ala. Per questo, la salma non sarà tumulata provvisoriamente nella tomba di famiglia, ma attenderà nella camera mortuaria la realizzazione della struttura monumentale.

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