Fini: "Il Governo può cadere sulla giustizia"
Il presidente della Camera tiene sulla corda Berlusconi. Ma Napolitano appoggia il Cavaliere sul processo breve
Gianfranco Fini annuncia che sulla giustizia il Governo può cadere. E' successo oggi a Roma, dove il prensidente della Camera si è incontrato con alcuni corrispondenti stranieri. "Se Berlusconi andrà avanti a imposizioni, se parlo di legalità e mi ignorano la sopravvivenza del governo non e' scontata - continua il presidente - sono aperto ad approvare una legge 'ad personam' che sospenda i processi al premier, non retroattiva e che non pregiudichi altri cittadini". Prima dichiara però che gli italiani hanno bisogno di molte cose "tranne che di elezioni anticipate, ma occorre tenersi pronti nel caso la situazione precipitasse". Successivamente ribatte il concetto di "assoluta lealtà al governo", con qualche ma, come solito fare Fini, "si attenga al programma, rispetti l'unità nazionale e quella norma secondo la quale la legge è uguale per tutti". Infine poi assicura che Berlusconi "non cadrà sul federalismo perché alla fine aiuterà a rinforzare la coesione nazionale". Bonaiuti accelera - Ma la riforma della Giustizia è ritenuta fondamentale da tutto il Pdl, come certifica il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Paolo Bonaiuti. "Come ha spiegato il Presidente Berlusconi, in base al programma di 5 punti, uno per Consiglio dei Ministri, nel CdM della prossima settimana si affronterà la riforma globale della giustizia, una riforma che parte da un dato di fatto mostruoso: ci sono oltre 9 milioni di cause pendenti tra civili e penali. Se non cerchiamo di risolvere questo problema ci saranno ripercussioni, per esempio anche sulla competitività delle nostre aziende, penalizzate nei confronti di quelle straniere. Mentre le imprese straniere vedono risolversi una causa nel giro di un anno, un anno e mezzo, le nostre infatti devono aspettare sei, otto, anche dieci anni. Per cambiare questa situazione però occorre anche che il mondo della giustizia accetti uno scrollone di novità, aprendosi al dialogo". Nel pomeriggio lo stesso Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha sposato la causa del Governo, parlando della necessità di mettere mano alle attuali regole che disciplinano la giustizia italiana.