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La Fiom sfila e invoca lo sciopero generale

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I manifestanti invocano la linea dura, Epifani e Landini li assecondano. I comunisti: "L'opposizione vera è questa qui"

carlotta mariani
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"Il Paese sta rotolando". Si è aperto così l'intervento di Guglielmo Epifani dal palco di Piazza della Repubblica, da dove partirà il corteo della Fiom. Il segretario del sindacato di Corso Italia ha immediatamente messo l'accento sui temi della manifestazione odierna: una severa critica dell'incapacità della politica di affrontare i temi dell'economia e del lavoro. "Il Paese è stato lasciato a se stesso. Serve un cambiamento della politica economica". La linea "morbida" paventata da Maurizio Landini (Fiom) e Guglielmo Epifani (Cgil), che prevede ancora spazio per incontri e trattative, non è fatta propria dall'ala più radicale del corteo, che invoca invece lo sciopero generale sulla falsa riga di quello avvenuto di recente in Spagna. "Dieci, cento, mille accordi", ha invocato Epifani dal palco, non trovando il consenso unanime della platea. Di conseguenza anche i sindacalisti hanno alzato il tono del dibattito. "Abbiamo il dovere di continuare questa battaglia e per continuare è necessario che si arrivi a proclamare lo sciopero generale", ha tuonato il segretario generale della Fiom, Maurizio Landini, seguito a ruota da Guglielmo Epifani. "La Cgil non vi lascerà soli. Il rischio è che la nostra diventi una Repubblica fondata sullo sfruttamento del lavoro". Concordi Ferrando e Diliberto, i quali hanno invocato a loro volta la prospettiva di uno sciopero generale. Niente scontri - La cosa importante, oltre ai contenuti del corteo, è che non si è registrato nessuno scontro e nessun incidente lungo le vie interessate dai due cortei, nonostante i primi numeri degli organizzatori parlino di un milione di manifestanti. "Abbiamo smentito tutti gli uccellacci del malaugurio e ci lasciamo con la voglia di continuare con le mobilitazioni fino allo sciopero generale". Così il presidente del comitato centrale della Fiom, Giorgio Cremaschi, puntando l'indice sulle dichiarazioni del ministro dell'Interno, Roberto Maroni, sul pericolo di infiltrazioni di violenti al corteo. Presenti - Tra i manifestanti, volti noti della politica e del sindacato. Tra questi, Sergio Cofferati, ex segretario generale Cgil, Paolo Ferrero, leader di Rifondazione Comunista, Giuliano Pisapia, candidato alle primarie per il comune di Milano e il segretario del Pdci-Fds, Oliviero Diliberto. A roma, sono arrivati il leader dell'Italia dei Valori Antonio Di Pietro con manifestanti del Popolo Viola e il governatore della Puglia Nichi Vendola, accolto da un'ovazione. Il presidente degli industriali Emma Marcegaglia, intanto, conferma la sua preoccupazione per i toni subito animati del corteo. "Lo dico a chi oggi manifesta: isolate i violenti, fermate il linguaggio violento perchè altrimenti il rischio che corre il paese è un rischio vero". I commenti politici - "Il Paese reale ha bisogno di riferimenti precisi e non di 'capitan tentenna', che un giorno dicono una cosa e il giorno dopo un'altra" ha detto Di Pietro. "Non bisogna essere dei comunisti - ha sottolineato il leader Idv - per pensare che non è giusto che l'amministratore delegato prende 420 volte lo stipendio di un lavoratore. C'è un'ingiustizia sociale terribile e lo diceva già Gesù Cristo". Alla testa del corteo, Cesare Damiano, capogruppo del Pd in commissione lavoro alla Camera ed ex ministro del Lavoro. "E' giusto - ha detto - partecipare a tutte le manifestazioni dei sindacati confederali, laddove ci sono contenuti che possono essere punti di contatto, come la rappresentatività e la rappresentanza sindacale". Ha poi aggiunto che " bisogna lavorare per una legislazione di sostegno che raccolga le indicazioni unitarie del sindacato". Tra i lavoratori anche i senatori del Pd Ignazio Marino, e Vincenzo Vita che ha dichiarato: "Sono in errore coloro che non credono in questa manifestazione; spero che il risultato oggi sia quello di riaprire il confronto sui temi del lavoro". Per  Paolo Ferrero, segretario di Rifondazione comunista, questo non bastano e ha affermato: "Siamo scesi in piazza per cacciare Berlusconi e contro le politiche di Confindustria. L'opposizione vera è questa qui, mi spiace che il Pd non si sia visto. Ora marciamo verso lo sciopero generale". Della stessa opinione, Oliviero Diliberto, leader del Pdci. "Sono in piazza - ha spiegato Vendola - perché oggi non c'è soltanto una questione sindacale, ma politica e culturale. Riguarda un modello di società in cui viviamo. Penso che bisogna ribellarsi, la modernità deve contemplare i diritti del lavoro". Secondo il governatore della Puglia "la precarietà è come una pallina da pingpong, che va dalla scuola al mondo del lavoro. Vogliono precarizzare la nostra vita per comandarci meglio". "Il contratto nazionale - ha detto Cofferati - è un grande regolatore dell'economia, per questo interessa ai lavoratori e dovrebbe interessare moltissimo anche alle imprese. Senza contratto il dumping è garantito". Secondo l'ex leader della Cgil, il modello Pomigliano è "sbagliato e mette in discussione il diritto costituzionale di sciopero". Il presidente dei Verdi, Angelo Bonelli ha precisato che la manifestazione della Fiom "è una occasione importante per difendere i diritti dei lavoratori sempre più aggrediti dalle politiche berlusconiane. I diritti dei lavoratori non hanno una scadenza e sono inalienabili: questa è una conquista di civiltà e universale che non è e non può essere in discussione". Contro il ddl istruzione - Oltre ai militanti della Fiom e della Cgil, si uniranno al corteo gli studenti, che tornano in piazza dopo l'assedio a Montecitorio di giovedì scorso. Formeranno un corteo per “le dimissioni della Gelmini, per il sapere e il lavoro come beni comuni". A partecipare i movimenti anti-riforma dell'Università la Sapienza di Roma, dall'Unione degli studenti, dalla Rete degli studenti, dell'Unione degli universitari (Udu) e dal Link. "Siamo qui - ha spiegato Giorgio Paterna coordinatore Udu - perché i diritti lesi dei metalmeccanici rappresentano una minaccia per tutti i cittadini, anche per noi futuri lavoratori". In una nota dell'Unione diffusa questa mattina si annuncia anche che dalla settimana prossima saranno organizzati dei "cantieri del sapere", cioè “un percorso di assemblee per portare dal basso una riforma che affronti i veri nodi che hanno portato l'istruzione pubblica a essere centri di interessi particolari e luoghi chiusi agli studenti, che riaffermi il suo carattere pubblico e che ne rilanci il ruolo all'interno della società".   Massima attenzione – Il ministro dell'Interno ieri sera ha incontrato il segretario della Fiom Maurizio Landini e questa mattina il leader della Cgil Guglielmo Epifani per mettere a punto una rete di controllo e protezione contro possibili infiltrazioni esterne. Gli allarmi di Maroni non erano stati accolti bene dagli organizzatori: “La nostra sarà una manifestazione pacifica e non violenta, spetta al ministro garantire l'ordine pubblico e vigilare”. Le preoccupazioni nascono da “un clima non buono” come l'ha definito il ministro. È di pochi giorni fa la notizia dell'attacco con uova e insulti alle sedi Cisl di Terni, Lecce, Padova e Cuneo. Ma per Nichi Vendola "Non si è mai capito se l'allarme di Maroni fosse frutto di informazioni o di un desiderio". Il primo controllo sarà affidato agli uomini del servizio d'ordine della Fiom. Ci saranno poi agenti in borghese, poliziotti e carabinieri pronti a fermare eventuali scontri. Massima attenzione anche agli obiettivi sensibili fuori dal percorso dei due cortei, come stazioni ferroviarie e metropolitane. “Credo che non succederà nulla” ha detto Renata Polverini, presidente del Lazio, intervenendo oggi a Prato al Forum di Confindustria. “La Fiom e la Cgil sapranno manifestare con serenità”. Al momento c'è stata solo una piccola deviazione del percorso vicino alla stazione Termini per l'esposizione sulla strada di cartelli della Cisl. Un peterdo è stato scoppiato provocando solo ungran rumore. La manifestazione procede tranquilla. Finte banconote da 50 euro con il volto del segretario della Cisl, Raffaele Bonanni, sono state lanciate in aria da alcuni manifestanti, all'altezza dello striscione dei centri sociali. Sopra c'è scritto: "Il denaro è un buon servo e un cattivo padrone... e io vorrei più denari, più servi e più padroni. Con noi hai un padrone scontento". Un pensionato, travestito da squadrista con un cartello che dice "Marchionne, il dittatore dei lavoratori. La Fion ti fischia" ha fatto finta di frustare i manifestanti in corteo.

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