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Traffico, smog e rifiuti. Aria pesante nelle metropoli italiane

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Il rapporto di Legambiente. Peggioramento generale della situazione. Tra le grandi città si salva solo Torino

Roberto Amaglio
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L'inverno non è nemmeno iniziato. Le emissioni nell'aria degli impianti di riscaldamento dovrebbero essere al minimo. Eppure l'allarme inquinamento nei centri urbani è già alto. Oltre ai dati delle centraline, a evidenziare i preoccupanti valori delle grandi città italiane è la 17° edizione di "Ecosistema Urbano", l'annuale report di Legambiente e Ambiente Italia sullo stato di salute ambientale dei comuni capoluogo italiani. Presentato oggi a Firenze, il reportage tiene in considerazione una serie di parametri ambientali: dalla quantità di Pm10 nell'aria all'acqua potabile, dalla produzione di rifiuti alla raccolta differenziata, ma anche il trasporto pubblico, le piste ciclabili, il verde urbano e le politiche energetiche. Risultati pessimi - Il dossier certifica un peggioramento generale dell'aria nelle grandi città con più di mezzo milione di abitanti. L'unica eccezione è rappresentata da Torino. Si respira un'aria pesante a Milano. Il capoluogo lombardo peggiora in tutti gli indici, in particolare modo quelli relativi alle concentrazioni di Ozono (60 giorni di superamento, erano 41 lo scorso anno). Ovviamente gravi le condizioni di Napoli e Palermo, funestate dagli annosi problemi di raccolta e smaltimento dei rifiuti. Male anche Roma, la cui "pagella" viene resa negativa dalla mobilità scriteriata, con centro e periferie invase dalle auto private e un trasporto pubblico assente o quasi. Più in generale, in fondo alla graduatoria si trovano molte città del Sud. Tra gli ultimi venti comuni solo la ligure Imperia (93°) rimane a rappresentare il settentrione: le altre regioni nella coda della graduatoria sono la Calabria (con 4 città), la Campania, la Sardegna e la Puglia. Ultimissime Palermo (101°), Crotone (102°) e Catania (103°). Promosse - Chi fa dei buoni passi avanti sono i centri più piccoli, capaci di organizzarsi "a misura di ambiente": sul podio della classifica delle migliori ci sono Belluno, Verbania e Parma; poi Trento, Bolzano e Siena, La Spezia, Pordenone, Bologna e Livorno. Torino, invece, resta l'unica tra le grandi città a invertire la tendenza, anche se la sua situazione non è certo invidiabile. Scarso coraggio - "La vera emergenza nelle nostre città è spesso la scarsa lungimiranza, la mancanza di coraggio e di modernità da parte di chi le governa - ha affermato il presidente nazionale di Legambiente, Vittorio Cogliati Dezza -. E' vero che lo Stato investe pochissimo nelle infrastrutture per il trasporto pubblico urbano, ma questo non può diventare l'alibi per l'immobilismo delle grandi città che oggi invece potrebbero rappresentare il fulcro del cambiamento, approntando da subito interventi sostanziosi quasi a costo zero". Oltre agli annosi problemi legati allo smog (Pm10 e ozono), "Ecosistema Urbano" testimonia come le isole pedonli restano al palo le isole pedonali, così come le zone a traffico limitato e il verde. Pochi passi avanti anche nella depurazione delle acque reflue e nel servizio di trasporto pubblico; e diminuiscono poco anche le perdite delle reti idriche. Le uniche voci positive riguardano la raccolta differenziata e gli investimenti nelle energie rinnovabili.

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