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Sabrina resta in cella: "Era gelosa, contributo decisivo all'omicidio"

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Il gip: i Misseri volevano dare una lezione a Sarah senza ucciderla. Attendibile la ricostruzione di Michele

Michela Ravalico
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Sabrina resta in carcere. Perché decisivo è stato il suo contributo all'omicidio della piccola Sarah. Così ha deciso il gip di Taranto, Martino Rosati, accogliendo la richiesta di misura cautelare avanzata dal procuratore aggiunto Pietro Argentino e dal sostituto Mariano Buccoliero nei confronti della cugina di Sarah, accusata dal padre Michele Misseri, reo confesso, di aver partecipato all'omicidio della quindicenne di Avetrana. La confessione dello zio di Sarah è considerata quindi "attendibile ma gratuita, visto che nessuno avrebbe mai sospettato questo ulteriore delitto, che ben difficilmente si sarebbe potuto accertare visto che il cadavere è rimasto in acqua per 40 giorni". Il gip scrive che l'uccisione è stata "un'azione preordinata, più grave di quella programmata": in pratica Sabrina ed il padre volevano solo dare una lezione a Sarah ma non avevano programmato l'omicidio. Il movente dell'omicidio sarebbe la gelosia per il rapporto tra Sabrina e Ivano Russo, amico delle due ragazze: secondo il gip. Sabrina, dunque, resta in carcere, anche per evitare inquinamento delle prove e pericolo di fuga. Il gip, nelle 21 pagine dell'ordinanza, sottolinea inoltre che il racconto di Sabrina Misseri, in relazione a quanto accaduto il 26 agosto, si contraddice più volte con le testimonianze sia dell'amica Mariangela Spagnoletti sia della madre Cosima. In un passaggio del proovvedimento si legge, tra l'altro, che la Procura potrebbe chiedere a breve al gip l'incidente probatorio con l'interrogatorio di Michele Misseri. Una richiesta che potrebbe essere non necessaria poichè anche gli avvocati che difendono Sabrina Misseri hanno intenzioni, e probabilmente lo hanno già fatto, di chiedere incidente probatorio ma con confronto tra padre e figlia. Nell'interrogatorio di Michele Misseri, giudicato attendibile dagli inquirenti, lo zio di Sarah riferisce quanto le aveva detto Sabrina poco prima dell'omicidio: "Papà vedi che dobbiamo dare una lezione a Sarah, se no quella va in giro a dire che tu l'hai molestata''. "Ma che tipo di lezione?", chiede il pm a Misseri. "Le volevo solo mettere la corda al collo per spaventarla (...) Sabrina era d'accordo". Segue l'articolo di Francesco Specchia, inviato ad Avetrana per Libero Cosimino detto Mimmino (da queste parti sono in parecchi a chiamarsi così) è il guardiano del pozzo della contradaMosca. Una specie di Caronte dallo sguardo spento in un antro d'ulivi; controlla con cura che sulla sua cisterna non si mettano a galleggiare cadaveri, specie di quindicenni scomparse prematuramente. È dalla testimonianza di Cosimino, zeppa di livore e dinieghi verso l'orco Michele mentre gli chiedeva aiuto, che gl'inquirenti hanno realizzato che  «lo zio Michele schiacciava il suo solito pisolino quando Sarah è stata strangolata…». E  che, dunque, Sabrina Misseri è indicata sempre più come unica colpevole, nonostante i suoi sfoghi d'innocenza, la sua contrastante impassibilità verso il padre, e le sue urla dietro le sbarre dicano il contrario; e che, infine, aveva la sua parte (occultamento di cadavere? Concorso in omicidio?) anche la madre Cosima detta Mimina. La quale comunicava con le figlie ormai solo tramite pizzini anti intercettazione e del cui telefonino sono state rilevate tracce vicino al pozzo del sempre più indispettito Mimmino. Ieri grande era lo scoramento investigativo, mentre la polizia giudiziaria s'infilava nella giungla di telecamere verso l'abitazione di via Deledda, nell'ennesimo sopralluogo alla ricerca del «mazzo di chiavi al quale avrebbe fatto riferimento la mamma di Sarah e che non è stato ancora trovato e la corda che, secondo Michele Misseri, è stata usata per uccidere la ragazza», come dicono i verbali. Le ultime notizie spezzano le architravi dell'inchiesta, e ti rimandano come in un mostruoso gioco dell'oca, al punto di partenza. Sarah sarebbe stata uccisa in casa, e non in garage, come scrivono per primi Corriere della sera e Gazzetta del Mezzogiorno. Lo zio Michele avrebbe coperto le donne di casa, caricandosi sugli omeri possenti tutta la responsabilità, forse esagerando. Sulla batteria del telefonino di Sarah ci sarebbero più impronte che su un corrimano condominiale, quattro almeno: il 29 ottobre ne è atteso l'accertamento tecnico sulle ditate. È dunque, codesto, sempre più un giallo a narrazione sinusoidale, alti e bassi, bassi e alti, che continua ad avvitarsi su sé stesso. Eppoi c'è quell'Ivano Russo “che te lo raccomando”, il cuoco ventisettenne che sogna di aprire un autolavaggio, indicato sempre più spesso come oggetto del desiderio – pare sia di Sabrina che di Sarah - . Ivano, dopo avere dichiarato in televisione di essere spiazzato nei propri sentimenti e di avere il cuore dilaniato dagli eventi,  ieri ha soggiornato nella stanza degli interrogatori della stazione dei carabinieri di Avetrana dove ha fatto una capatina depistando i cronisti pure Cosima. Pare che, nella notte senza luna del pozzo, quando mezzo paese si ritrovò a rastrellare le campagne alla ricerca del cadavere di Sarah, Ivano avesse ricevuto strani sms da Sabrina, al vaglio degli inquirenti, come si usa dire. Insomma, non se ne esce da questa vischiosissima faccenda. Ed forse per questo che il gip tarda a convalidare l'arresto di Sabrina la grassa, sostenuta dai carcerati di Taranto ma oramai osteggiata dal paese. Al cronista che  - come noi - ficcanasasse nella cassetta delle lettere dei Misseri, si potrebbe schiudere un mondo. Ogni santo giorno vi piovono decine di lettere e cartoline dattiloscritte, siglate da ghirigori che sembrano simboli satanici; l'ultima missiva di ieri affermava semplicemente: “Confessate o vi si apriranno le porte dell'Inferno…”, che, diciamo, non è una cosa che rasserena. Eppoi, in questo blob appiccicaticcio di voci, di teorie ai limiti dell'abiezione (il padre stava con Sabrina e Sarah li ha scoperti; Sabrina era pazza di Ivano e gelosa di Sarah; Sabrina stava con Sarah e Ivano le ha scoperte…) ecco che riaffiora il ruolo dei mass media. Specie quello di Bruno Vespa, che in materia dà sempre delle grandi soddisfazioni. Il plastico di casa Misseri presentato per la prima volta a Porta a porta con le macchinine spostate avanti e indietro come nel Risiko era semplicemente perfetto. Unico neo: le palme. Abbelliscono graziosamente il tutto, ma nell'originale a grandezza naturale non ci sono. A quel punto, in uno sforzo immaginifico, ci si poteva pure mettere il pozzo, con la figurina di Cosimmino detto Mimmino sullo sfondo…

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