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Trichet boccia il patto di stabilità

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Il presidente Bce critica il compromesso "al ribasso" tra i 27: mancano le sanzioni automatiche per gli inadempienti

Eleonora Crisafulli
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Jean Claude Trichet ha fatto inserire una postilla in calce al testo finale sulla riforma del Patto di stabilità e crescita approvato lo scorso 18 ottobre in cui si precisa: "Il presidente della Bce non sottoscrive tutti gli elementi di questo rapporto". Al termine del rapporto sulla Task force guidata dal presidente dell'Ue Herman Van Rompuy reso pubblico solo stamattina, Trichet boccia parte della bozza. In particolare il numero uno della Banca centrale europea aveva espresso la necessità di introdurre sanzioni automatiche per i paesi inadempienti rispetto alla disciplina di bilancio Ue. Nel rapporto Van Rompuy, invece, siglato anche dall'accordo tra la cancelliera tedesca Angela Merkel e il presidente francese Nicolas Sarkozy a Deauville, le sanzioni restano sottoposte al controllo degli stati membri. Nel testo, che verrà sottoposto al vertice Ue dei capi di stato e di governo il 28 e 29 ottobre a Bruxelles, si prevede che le sanzioni scattino solo dopo sei mesi, previo invio di un avvertimento. Gli stati membri, però, avranno l'ultima parola perché potranno opporsi alla decisione, proposta dalla Commissione, con una maggioranza qualificata. Per la Bce l'approccio rigorista è stato soppiantato da un compromesso "al ribasso". L'accordo politico trovato a Lussemburgo tra i 27 ministri delle finanze europei era già stato criticato dal vicepresidente Vitor Constancio e dal capoeconomista Jurgen Stark, giudicandolo "al di sotto" delle proposte che erano state avanzate dalla Commissione Ue.

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