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Micciché battezza Forza del Sud

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Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio attacca la Lega: "Terroni meglio dei polentoni". E avverte Berlusconi: "La fedeltà non è infinita"

Eleonora Crisafulli
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Al teatro Politeama di Palermo, davanti a ministri, parlamentari, amministratori e politici locali, Gianfranco Micciché ha battezzato il suo partito Forza del Sud. "Finalmente - ha esordito il sottosegretario alla presidenza del Consiglio - quel partito del Sud vede il suo momento costituente. Siamo anche più di quelli che potevamo immaginare. Non tutti ci credevano che saremmo riusciti a trovare la tenacia e la forza di arrivare fino in fondo" ma "sempre uniti dall'amicizia, mattone dopo mattone, abbiamo costruito un'avventura politica emozionante e affascinante. Forza del Sud sarà un grande movimento popolare, sarà la negazione dei partiti tradizionali. Un partito dei doveri e non della spesa pubblica. In noi dovranno riconoscersi le nuove generazione: ragazzi e ragazze del Sud, è giunto il momento di riappropriarvi del vostro futuro". "Non si può continuare così, oggi nelle amministrazioni locali siciliane c'è una grande confusione e bisogna mettere ordine", ha proseguito Micciché, proponendo di formulare insieme alla maggioranza una proposta per le prossime elezioni nazionali. "Il Pdl è il primo partito in Italia, ma qui in Sicilia è abbastanza scombinato. Mi faccio totalmente carico della ricostruzione del quadro politico del centrodestra in Sicilia". A Berlusconi - Poi si è rivolto al premier Silvio Berlusconi, facendo riferimento al caso Ruby e chiedendo un chiaro impegno per il Sud: "A Berlusconi dico che potrebbe anche mantenere il suo stile di vita, a lui piace. Ma quello che ci fa star male è il cambiare del suo atteggiamento in riferimento agli equilibri politici all'interno del governo. Noi politici del sud ti abbiamo sempre dimostrato di esserti amici, di averti sempre dato vittorie in tutte le province della Sicilia. Ma la nostra fedeltà, al punto in cui siamo, ed essendo cresciuti politicamente, non è infinita. Io gli voglio un bene bestiale, però voglio più bene al sud e alla Sicilia. E quindi è arrivato il punto che i rapporti tra noi e il governo si chiariscano. Berlusconi ci metta nelle condizioni di stare con lui, altrimenti saremo contro di lui". Contro Berlusconi ma mai con la sinistra: "Ho una forza politica che deve dialogare con tutti, ma la naturale collocazione è all'interno del centrodestra. Certo un governo con la sinistra siciliana non lo faremo mai". Ai leghisti - La decisione di fondare un partito è maturata durante un Consiglio dei ministri: "In una disputa tra me e la Lega Berlusconi scelse loro e mi disse: 'Gianfranco loro sono un partito, tu no'. Ecco, oggi siamo un partito". In questo Paese "c'è una parte razzista, convinta che siamo terroni e che non possiamo farcela. E c'è un'altra parte che crede che i terroni sono meglio dei polentoni, e noi ce la faremo. Noi abbiamo dietro la Magna Grecia, loro gli Unni. Loro hanno le paludi nebbiose, noi il sole e i colori". Micciché spiega così gli obiettivi della nuova formazione politica: "Dobbiamo stare al governo e fare come ha fatto la Lega. Dobbiamo starci con un partito che rappresenta solo il Sud. E che possa condizionare le scelte del governo". Per esempio sul federalismo: "Così com'è non ci piace e sarà una delle prime battaglie su cui ci confronteremo. Non lo facciamo passare". Su Cosa Nostra infine dichiara: "A chi crede che la mafia sia stata sconfitta chissà da chi, dico che l'abbiamo sconfitta noi, i siciliani. Non è venuta la Nato, i morti ammazzati sono i siciliani e sono i nostri magistrati e le nostre forze dell'ordine a lottare contro la mafia". Botta e risposta con Confalonieri  - Botta e risposta a distanza tra Micciché e il presidente Mediaset Fedele Confalonieri. In un'intervista al Corriere Confalonieri chiede a Berlusconi di impedire la nascita del nuovo partito. E il sottosegretario, al termine dell'assemblea costituente a Palermo, risponde a stretto giro di posta: "Io non mi permetto di dare a Confalonieri suggerimenti sul palinsesto di Canale 5". Il disappunto di Bondi - Sandro Bondi, coordinatore nazionale Pdl, non comprende né condivide le ragioni della nascita del nuovo movimento politico: "Il Mezzogiorno ha la possibilità di uscire dalle drammatiche condizioni in cui si trova solo se gli stessi cittadini del Sud ne hanno la consapevolezza e si dimostrano capaci di un autentico rinnovamento, partendo innanzitutto da loro stessi. Il federalismo che questo governo sta realizzando rappresenta l'ultima chiamata per rendere possibile questo cambiamento, responsabilizzando i cittadini, i politici e gli amministratori pubblici del Sud".   Il ministro conclude: "Il Pdl è ormai l'unico movimento politico di carattere nazionale capace di concepire uno sviluppo dell'intero Paese, non assecondando le richieste assistenziali del Sud, favorendone al contrario la modernizzazione e nello stesso tempo non fiaccando le forze delle regioni più avanzate del Nord".

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