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Bossi: Sì al Berlusconi bis Ma Fini vuole le dimissioni

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Il Senatur ha incontrato il leader di Fli a Montecitorio e pensa a una "crisi pilotata". Ma Silvio non vuole lasciare. Per il presidente della Camera "la situazione è più complicata"

Eleonora Crisafulli
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Il premier Silvio Berlusconi è giunto stamani, alle 5 del mattino ora italiana e alle 13 ora locale, a Seul per partecipare al G20. Insieme al presidente del Consiglio anche il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti. Arrivando nell'albergo che lo ospita, il Cavaliere ha scherzato con i cronisti in attesa: "Ma i coreani assomigliano molto agli italiani? Perché vedo che c'è una certa somiglianza...". Poi ha pronunciato una battuta sul fuso orario: "E' come se non fossi ancora arrivato. Sono ancora indietro con i conti, sono verso il 17...", ha aggiunto riferendosi al vertice dei Venti. Ma il suo tono è cambiato quando ha incontrato il primo ministro della Repubblica socialista del Vietnam. "Come stai?", è la prima domanda che il premier ha posto a Nguyen Tan Deng, aggiungendo poi: "In my country I have some difficulties in this moment...". "Nel mio Paese in questo momento io ho qualche difficoltà", ammette Berlusconi. Fini incontra Bossi - Intanto in Italia sono Gianni Letta e Umberto Bossi a tenere le redini della maggioranza. Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio ha incontrato ieri Fini a Montecitorio nel tentativo (fallito) di intavolare una trattativa. Secondo fonti governative, il leader di Fli si è dimostrato fermo sulle sue posizioni: "Berlusconi deve dimettersi". Non cambia idea nemmeno al vertice con il Senatur, incaricato dal premier di raggiungere un'intesa con l'ex alleato. L'incontro dura meno di un ora. Il numero uno della Lega è accompagnato dai ministri Roberto Calderoli e Roberto Maroni. Fini non arretra. "Mi ha riferito le stesse cose che ha detto da Perugia", ha dichiarato Bossi, dopo il faccia a faccia con il presidente della Camera. Il ministro raduna i suoi. E lo stesso fa il leader futirista. Entrambi chiusi nelle loro stanze, pronti alla prossima mossa. Punto fermo di Pdl e Lega è la leadership del Cavaliere. I finiani invece sembrano pronti a ritirare i ministri. Ieri Granata aveva promesso:"Se non succede nulla di nuovo, e non succederà, ritireremo la delegazione al Governo". Berlusconi bis - Nel pomeriggio però le cose cambiano e si aprono all'improvviso nuovi scenari. Al termine dell'incontro con lo stato maggiore della Lega, Bossi diventa pù ottimista e vede la possibilità di una crisi pilotata, con dimissioni e poi ritorno del Cavaliere. Il presidente della Camera sarebbe "abbastanza d'accordo" sull'ipotesi di una crisi cui seguirà un reincarico a Silvio. "Molto meglio una crisi pilotata che una crisi al buio", dice il Senatur. "Anche con Berlusconi premier?" chiedono i cronisti."Sì, Fini non ce l'ha con Berlusconi", ha replicato il leader del Carroccio. Il problema è che il Cavaliere non vuole dimettersi: "Noi potremmo anche ragionare di Berlusconi bis, ma lui non vuole lasciare". Sulla possibilità di allargare la maggioranza all'Udc, Bossi non ha dubbi. Non se ne parla. "L'Udc può andare al mare". Fini invece, dopo essersi consultato con Bocchino e gli altri di Fli, dice di aspettare "una risposta formale da Berlusconi alle cose che ho detto a Bastia Umbra. E, come ho appunto detto in quella occasione, ritirerò la delegazione Fli al governo se la risposta sarà negativa. Ovviamente, un attimo dopo il rientro del premier da un importante vertice internazionale com'è il G20 di Seul". Il presidente della Camera sostiene anche che "le cose siano molto più complicate di come le presenta Bossi". Leadership e legge elettorale - Per il capogruppo del Pdl alla Camera Fabrizio Cicchitto "nei prossimi giorni si aprirà un confronto politico serrato" che può avere solo due sbocchi: "O l'attuale governo trova in Parlamento una consistenza numerica per andare avanti oppure si va alle elezioni". Intervistato da Maurizio Belpietro nel corso di Mattino Cinque, Cicchitto ribadisce che non è possibile discutere sul ruolo del premier e sulla legge elettorale: "Chi vince le elezioni non può essere sostituito nella direzione del governo da manovre di palazzo, e quale che sia la legge elettorale il premio di maggioranza va mantenuto perché dà lo scettro al popolo senza premio di maggioranza, lo scettro si dà ai principi, quelli che controllano i partiti". Berlusconi premier o elezioni - Come ha spiegato La Russa, dopo un vertice del Pdl, durato circa tre ore, "la classe dirigente si è ritrovata compatta e coesa su questo convincimento: non può esserci nessun governo che non sia guidato da Berlusconi, per noi questo governo deve proseguire la sua azione e l'unica alternativa sono le elezioni". Pd - Per il segretario del Pd Pier Luigi Bersani, l'incontro tra Umberto Bossi e Gianfranco Fini "sposta di ben poco la situazione". Ormai "c'è una crisi conclamata" e "tutti quelli che lo negano o traccheggiano fanno un danno a questo Paese".

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