Alfano rassicura i pm:
Non vi taglieremo le unghie
Nel giorno in cu le Procure di Catanzaro e Salerno sotterrano l'ascia di guerra sull'inchiesta “Why not”, il ministro della Giustizia Angelino Alfano è intervenuto sul ruolo e i compiti dei pubblici ministeri: “Rivedere i poteri del pubblico ministero non credo sia tagliare le unghie ai magistrati”, ha dichiarato nel corso della registrazione della puntata di “Porta a porta”. “Io credo non ci sia nulla di male – ha proseguito Alfano - nel far sì che l'attività di ricerca della notizia di reato sia affidata a dei professionisti, la polizia giudiziaria”. Il Guardasigilli ha sostenuto che “oggi il cortocircuito nasce dallo scarso confine che c'è tra le competenze del pm e quelle della polizia giudiziaria”. Alfano ha detto di ritenere importante segnare “un confine preciso” tra le loro competenze, precisando che non intende “affidare tutto alla polizia giudiziaria, ma il sistema attualmente in vigore ha reso le forze della polizia giudiziaria estranee alla ricerca delle notizie di reato”. Concentrandosi sull'affare De Magistris, Alfano ha voluto precisare che “questa vicenda triste, che ha gettato l'onta di scarsa credibilità sulla magistratura, non ha accelerato il progetto di riforma della giustizia”. “La riforma non è un capriccio, si deve fare. Tutta questa vicenda testimonia la necessità di una riforma della giustizia che così com'è non funziona”, ha continuato. E ha speso parole anche sul ruolo dei partiti in vista della riforma: “Non si può né improvvisare né abbandonare in partenza l'idea del dialogo”, ha dichiarato esprimendo parole di apprezzamento nei confronti dell'Udc e di Massimo D'Alema perché “si sono detti pronti ad una riforma, considerandola urgente”. Il Guardasigilli ha comunque aggiunto che se al termine del dialogo “con opposizione e Anm” non ci dovesse trovare una soluzione, il governo è intenzionato a procedere in ogni caso: “Intendiamo andare avanti se non troveremo consenso”.