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Sfogo della Carfagna: "Non è più il mio Pdl"

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Dopo la fiducia il ministro forse con Fli: "Così non posso andare avanti". Solidarietà da Berlusconi, Frattini: "Abbiamo bisogno di lei"

Andrea Tempestini
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Mara Carfagna minaccia le dimissioni da governo e PdL. Il ministro, in rotta con alcuni esponenti del partito, vorrebbe lasciare all'indomani del voto di fiducia, in calendario per il 14 dicembre: tutto per non mettere in ulteriore difficoltà il governo. Decisivo sarebbe stato il contrasto con i vertici campani del partito e il coordinatore regionale Nicola Casentino, sulla cui integrità il ministro Carfagna ha sempre dubitato. "Così non posso andare avanti, non è più il mio partito. Perché questo non è il partito di Berlusconi ma di Verdini, Cosentino e La Russa", questo lo sfogo di Mara nei confronti di chi, a suo parere, da settimane le starebbe remando contro. Un ruolo chiave, poi, lo avrebbe  giocato quella che il ministro ha definito "l'incapacità" dei coordinatori nazionali del Pdl, e gli "attacchi volgari e maligni" di alcuni esponenti del PdL, come Giancarlo Lehner, Alessandra Mussolini e Mario Pepe, per i quali la Carfagna si è detta "molto amareggiata". E decisiva, infine, sarebbe stata l'amicizia che lega uno dei ministri chiave del governo Berlusconi al braccio destro finiano, Italo Bocchino che però ha dichiarato: "Non è un argomento che ci riguarda. E' una quetione del Pdl, noi siamo un altro partito".  Le reazioni - Immediata la replica dei co-protagonistii della vicenda. Per Giancarlo Lehner, che minaccia di querelare la Carfagna, si tratta di  "un colpo di teatro al quale farebbe bene a rinunciare, confrontandosi con chi gli ha rivolto critiche anche aspre, ma che sono il sale della democrazia anche interna al Pdl, che non è una caserma". Dello stesso avviso la Mussolini: "Se vuole drammatizzare faccia pure. Non è che io sia favorevole o contraria alle dimissioni. Ma è tutto grottesco". C'è chi però cerca di gettare acqua sul fuoco, prendendo le difese del ministro Carfagna. In primis Berlusconi. La notizia gli è arrivata appena l'aereo di Stato ha toccato il suolo portoghese, dove Silvio Berlusconi è arrivato per partecipare al vertice Nato. Berlusconi avrebbe subito telefonato alla Carfagna. Una chiamata, questa, che si aggiungerebbe a quella di ieri in cui la ministra si sarebbe sfogata per gli attacchi subiti in questi giorni.  Non commenta, invece, Bocchino, l'uomo cui tutti addebitano la "crisi" della Carfagna. "Basta fuoco amico su Mara. Sono prive di fondamento le notizie legate a una uscita del ministro Carfagna dal governo e dal Pdl". E' la solidarietà alla Cerfagna espressa dai ministri Gelmini, La Russa, Prestigiacomo e Frattini, che ribadisce: "Ascoltiamola, abbiamo bisognodi lei". Il coordinatore del Pdl, Denis Verdini, si dice "sicuro che la notizia sulle dimissioni di Mara Carfagna sia solo frutto di un pettegolezzo". Le ragioni dello scontro - Tutto sarebbe cominciato mercoledì con un'animata discussione a Montecitorio tra il ministro e il coordinatore Verdini. La Carfagna chiedeva di intervenire contro Cirielli, presidente della Commissione Difesa e della Provincia di Salerno, reo di aver inviato una lettera ai colleghi di partito in cui si scagliava contro Carfagna, lasciando intendere che la ministra avrebbe già in mano un accordo con Fli. Ieri, il ministro si è ritrovato di nuovo al centro di polemiche con il dito puntato da Alessandra Mussolini e Giancarlo Lehner. La Mussolini, in particolare, avrebbe immortalato il ministro in una foto che la ritrae mentre parla con il capogruppo di Fli, Italo Bocchino evidenziando il dialogo che ancora è saldo tra i due. Lehner poi  spiegava che "la maggioranza dei parlamentari eletti in Campania vedono ormai in Mara Carfagna un elemento negativo per la politica del Pdl e le amministrazioni locali".  Vicenda, questa, parodiata dallo stesso ministro Carfagna che questa mattina alla Camera gremita per il voto finale sulla finanziaria, in una pausa, ha scattato una fotografia al ministro Gelmini, presa a salutare ed abbracciare Italo Bocchino. Da qui, però sarebbe scaturito un violento scontro verbale tra il ministro e la Mussolini, che ha urlato alla Carfagna di vergognarsi per la sua intimità con Bocchino, esponente dell'ala più intransigente dei transfughi di Fli.

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