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Casini-Montezemolo: due strade per far fuori il Cavaliere

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Il leader Udc: "Governo di armistizio". Il presidente Ferrari: "E' la fine di un cinepanettone". Entrambi, però, temono il voto

Giulio Bucchi
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Freddezza o indifferenza. Così Berlusconi e il governo hanno accolto le dichiarazioni di Pier Ferdinando Casini e Luca Montezemolo. Il primo si è abbandonato "ufficialmente" ad un'apertura al Pdl, invocando un "governo di armistizio per salvare l'Italia". Il secondo, al contrario, ha criticato pesantemente il governo di centrodestra: "Stiamo assistendo alla fine di un cinepanettone, sempre con gli stessi protagonisti". La verità è che sia il leader dell'Udc sia il presidente della Ferrari hanno in mente una strategia comune: far fuori Berlusconi e la Lega, in parlamento, e dar vita ad un governo alternativo. Tutto perché, in caso di elezioni anticipate, il Cavaliere partirebbe ancora con il pronostico a proprio favore. Bastone e carota - Ospite di Fabio Fazio a "Che tempo che fa", Montezemolo ha usato parole pesanti ed escluso un'entrata diretta in politica: "Non con questa legge elettorale". Perentorio sulla soluzione alla crisi: "Spero non ci siano elezioni, non si può votare ogni due anni". Immediate le reazioni dal Pdl: "Sono parole cinematografiche e difficili da decifrare", taglia corto Jole Santelli. Per Beatrice Lorenzini, "è chiara la sua intenzione di essere leader di un qualche partito politico. Comunque così non è costruttivo". Ha usato la carota, invece, Casini. E se per Osvaldo Napoli, vicepresidente dei deputati Pdl, "il suo pragmatismo è la prima cosa saggia che si ascolta dalle opposizioni da alcuni mesi a questa parte", e per Fabrizio Cicchitto è un intervento costruttivo lontano dall'atteggiamento distruttivo del Pd", non altrettanto tenera la reazione della Lega. Il ministro Maroni è sprezzante: "C'è stato il governo tecnico, di scopo, di responsabilità nazionale, ora quello di armistizio. Non so cosa sia. Stimo Casini, ma chi perde va all'opposizione, non governa".

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