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Napolitano: "La moneta unica è in discussione"

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Irlanda, S&P boccia le banche: "Obbligazioni spazzatura". FT: "La Ue vuole che il Portogallo chieda aiuto". Euro ai minimi

Andrea Tempestini
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Giorgio Napolitano ha incontrato i rappresentanti del Foro di dialogo Italia-Spagna al Quirinale. E', questa, l'occasione per "confrontare" le situazioni di due Paesi europei tra i più "a rischio", secondo alcuni esperti di economia. "Va ripensato il nostro modello di sviluppo", ha affermato il Presidente della Repubblica invitando chi ha responsabilità politiche a chiedersi "come sono cresciute le nostre economie e le nostre società". Tutto ciò deve avvenire in un contesto europeo perché, in questo scenario di crisi, sono a rischio alcuni capisaldi della costruzione continentale come la moneta unica, il metodo comunitario e il principio della solidarietà. "Tutti dobbiamo sentire la responsabilità di reagire insieme ai rischi che vediamo e di guardare alle sfide - conclude Napolitano - che sono davanti a noi". Spazzatura - Il monito di Napolitano è arrivato al termine del consueto tour de force per l'Europa e l'Unione monetaria. L'ultima notizia, in ordine di tempo, è il rating assegnato da Standard & Poor's alle obbligazioni di Anglo Irish Bank, uno dei quattro istituti di credito irlandesi "tossici" che hanno contribuito alla voragine finanziaria dell'ormai ex Tigre Celtica. Il giudizio è tranciante: "Spazzatura". Quello assegnato alla Anglo Irish è solo il più duro dei colpi assegnati da S&P al sistema bancario irlandese. Dopo aver declassato il debito sovrano dell'isola da AA- ad A, l'agenzia di rating ha tolto un "notch" anche alle obbligazioni di Allied Irish Bank, di Bank of Ireland e di Irish Life & Permanent. Qui Portogallo - Sotto a chi tocca. E venerdì sembrava essere il turno del Portogallo. Insomma, dopo Dublino, Lisbona. Secondo l'edizione tedesca del Financial Times, la Banca Centrale europea, e con lei molti Paesi della zona euro, starebbero facendo pressioni sul governo portoghese affinché chide al più presto il pacchetto di aiuti dell'Unione e del Fondo Monetario Internazionale. "Anche se le banche portoghesi non sono considerate superindebitate, a differenza di quanto avviene con le banche irlandesi", scrive il giornale, "queste dipendono comunque dalla liquidità della Bce per le loro attività. Se il Portogallo ricorre ad aiuti finanziari, sarà un bene per la Spagna, perché è fortemente esposta nel Paese", ha spiegato una fonte al ministero delle Finanze tedesco. Ma come inizialmente Dublino, per il momento il governo portoghese rifiuta di considerare l'eventualità. "Sento molto parlare di Fmi. Il Paese non ha bisogno di alcun aiuto", ha affermato lunedì scorso il premier portoghese José Socrates.  La smentita - Dopo le smentite portoghesi, non si sono fatte attendere nemmeno quelle tedesche. Un portavoce del governo di Berlino ha affermato che "non è assolutamente la posizione dell'esecutivo" quella di spingere affinché Lisbona accetti gli aiuti. L'ipotesi avanzata oggi dal Financial Times Deutschland è stata bollata anche da Lisbona come "totalmente falsa". Al coro di voci tese a smentire l'indiscrezione del FT tedesco si è unito anche il presidente di turno dell'Unione Europea, José Manuel Barroso, che ha negato l'esistenza di un piano di aiuti per Lisbona. "Posso dirvi che è falso, assolutamente falso", ha affermato Barroso a un'iniziativa dell'Ocse a Parigi. Euro ai minimi - Il crescente timore per Spagna e Portogallo, che rischiano di essere i prossimi paesi europei a sprofondare nella crisi del debito, hanno spinto l'euro ai nuovi minimi bimestrali. La moneta unica è scivolata a quota 1,32 rispetto al dollaro Fuoco degli speculatori - Dopo Irlanda e Grecia, ora gli investitori spostano le loro scommesse sulla crisi dei due "Pigs" che non hanno ancora attinto dal calderone degli aiuti, Spagna e Portogallo. Il differenziale tra i bond decennali spagnoli e i bund tedeschi è schizzato al 2,65%, il massimo dai tempi dell'introduzione dell'euro. E' salito anche il differenziale tra i titoli di stato portoghesi e quelli di Berlino, che si è attestato al 4,64 per cento. Anche lo spread tra i titoli di stato irlandesi e i bund tedeschi ha raggiunto il 6,91 per cento. Inutile sottolineare che sia un nuovo record dai tempi dell'introduzione dell'euro.

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